Allai è un piccolo centro in provincia di Oristano. Il suo territorio confina con quello dei comuni di Samugheo,
Siamanna, Ruinas, Busachi e Fordongianus. Il suo nome deriva, quasi certamente, dall’antico Alari, villaggio romano che insieme ad altri cinque si trovava nell’antico dipartimento di Parte Barigadu e che insieme a quelli venne distrutto. Si suppone che Alari si trovasse nella regione, a nord del paese, di Planu Alisa, a mezz’ora circa di distanza dall’attuale centro abitato. La conferma sembra venire da resti di antiche costruzioni che ripetutamente sono stati rinvenuti anche senza andare molto in profondità. Evidentissimi sono poi i ruderi di un ponte romano che gli allaesi chiamano, molto appropriatamente, Ponte Vecchio. Si tratta di un’opera abbastanza importante che qualche anno fa, dopo anni ed anni di totale abbandono, è stato restaurato almeno in parte. Il ponte romano ed alcuni nuraghi, disseminati in tutto il territorio, costituiscono i motivi di maggiore interesse storico e culturale, in grado di inserire il paese negli itinerari turistici della provincia. Il paese, anche se piccolo, si presenta accogliente e con un panorama suggestivo. È infatti sovrastato dai monti Grighini, un vero paradiso per i naturalisti, ricoperti come sono da mirto, cisto, corbezzolo, lentischio, olivastro, quercia da sughero. Per gli amanti della caccia non mancano pernici, lepri, conigli. La parte più alta dei monti, chiamata Pranu Mannu, è senza dubbio la più suggestiva. Dalla vetta, Su Cuccuru Mannu (Il Grande Cocuzzolo), quando la giornata è serena, agli occhi del visitatore si presenta tutto il Campidano di Oristano col Tirso che l’attraversa e l’impervia catena del Marghine. Non mancano comunque altre zone collinari, ugualmente interessanti. Fra queste quelle di Planu Loddì, dal nome di un villaggio distrutto, e Planu Barbaggiana, a circa mezz’ora di distanza dal paese, dove si notano rovine di antiche costruzioni. Vicino ad Àllai scorre il fiume che prende il nome dal paese. Riceve le acque da alcuni ruscelli: Judas, che separa i terreni di Àllai da quelli di Busachi, Foroju, verso Samugheo, e S’Isca de Sa Corte ai confini con Ruinas. Nel fiume e nei ruscelli si possono trovare, quando la stagione lo consente, ottime trote e squisite anguille. Tutta questa abbondanza d’acqua va comunque persa e il paese deve ancora, nei periodi più caldi, approvvigionarsi dai pozzi o addirittura dal fiume. L’economia del paese è prettamente pastorale. L’agricoltura è stata quasi del tutto abbandonata. Non si semina più grano, orzo e avena, e i giovani continuano ad emigrare all’estero per la scarsezza del reddito che la terra produce. Gli allaesi sono comunque molto legati al loro paese e non mancano tutti gli anni di farvi rientro il 16 maggio, giorno della festa dello Spirito Santo, alla cui devozione è dedicata la chiesa parrocchiale. Insieme a questa festa, nello stesso giorno, si celebra anche quella di sant’Isidoro, patrono degli agricoltori, proprio a ricordare che un tempo l’attività agricola fu fiorente e dava quel che era necessario alla popolazione. Oltre ai festeggiamenti religiosi non mancano quelli civili con i caratteristici balli in piazza (ballu tundu, passu e danza) al suono dell’organetto, canti sardi a chitarra e le corse dei cavalli con le immancabili pariglias, gare di abilità. Lungo le strade le bancarelle dei torroni di Tonara e i muggini arrosto di Cabras. Nell’immediata periferia si trova la chiesetta dedicata alla Santissima Vergine del Rimedio, che si festeggia l’8 settembre: una festa più modesta ma ugualmente suggestiva che richiama tanta gente dal Campidano e da tutto il Barigadu.