Austis, un tempo piccolo presidio romano, che dalla provincia di Nuoro si affaccia sull’Oristanese, in una vallata centrale del Mandrolisai, ricca di boschi di rovere e sughero, ha avuto nell’antichità ben altri splendori. La Forum Augusti (ancora Augustis per gli olzaesi) sorse in onore dell’imperatore Ottaviano Augusto (morto nel 14 d.C.). Era, in origine, un presidio militare destinato a combattere l’ostinatezza dei barbaricini indomiti e ribelli delle montagne. Estremamente vario è il paesaggio naturale, a causa della sua posizione geografica che ne fa un centro di regioni diverse, morfologicamente ed etnicamente: Barigadu a ovest, Barbagia di Ollolai a est e a nord, Mandrolisai a sud. Molti anche i comuni con cui confina: Sorgono, Tiana, Teti, Olzai, Neoneli, Ardauli, Sorradile, Bidonì, Nughedu Santa Vittoria. I boschi (monte Mannu, Sazzasi), le colline (Ghea, Montecorte), i monti (Borta Melone, Pasa Porcu) hanno incastonate vere e proprie perle naturali tutte ancora da scoprire, come alcune rocce considerate fra le più belle di tutta l’isola: Sa Crabarissa, Su Nou orruendeche sono vere e proprie “sculture del tempo nel paesaggio”. Molti fiumi attraversano il territorio del paese: Bittinori, Funtana Morta, Occisai, Allasigheddu: tutti e quattro vanno poi a confluire nel Taloro. Dal paese si vedono distintamente i monti del Gennargentu (Montes d’Iscudu e Mont’Ispada), la catena del Marghine e le fertili pianure dell’Oristanese. Il paese. Il territorio di Austis era già abitato in epoca preromana: lo testimoniano numerosi nuraghi (il più famoso è Istecorì) e domus de janas. Decaduto come centro militare insieme con la potenza romana, Austis divenne dipartimento del Giudicato d’Arborea, e comprendeva i comuni di Tiana e Teti. I boschi, un tempo immensi, vennero sottoposti al taglio sregolato nel secolo scorso. Il centro storico, ancora ben conservato, è costruito tutto in granito bianco e possiede una certa austera bellezza. Esistono nel centro abitato due belle chiese di non particolare valore artistico (la parrocchiale, dedicata alla Vergine Assunta, e la chiesa di San Sebastiano) e una deliziosa chiesetta campestre in località Sant’Antoni in Basiloccu. Numerosi murales vivacizzano la struttura urbana del paese.
L’economia e la società. Il paese non ha avuto l’incremento abitativo che avrebbe dovuto meritare, in ragione delle bellezze naturali che favorirebbero il turismo e di una campagna fertile ed estesa che consente l’agricoltura intensiva e l’allevamento stanziale del bestiame. Gli austesi, invece, non hanno voluto scommettere sull’agrozootecnica locale, poco favoriti, si deve dire, anche dal totale disinteresse degli organi di governo. La pastorizia, basata ancora su moduli tradizionali, è comunque la maggior risorsa del paese, seguita dall’impiego nell’industria petrolchimica di Ottana e dal terziario che si riversa soprattutto a Sorgono e Oristano. L’artigianato è quasi inesistente: l’unica produzione degna di nota è quella di su pane carasau, un po’ dissimile dall’altro prodotto nella zona, veramente buono, con la forma antica de bertula, adatto cioè ad essere trasportato nella bisaccia a dorso del cavallo. Quasi trecento famiglie austesi si sono trasferite nel secondo dopoguerra a oggi sulla penisola, soprattutto in Toscana e nel Lazio, dove esercitano, per lo più, la pastorizia. Austis, si può dire, è rimasto un paese di pensionati e di persone che continuano a scommettere sulle possibilità locali, per niente favoriti e difesi dagli organi competenti. Da un punto di vista dei servizi, Austis è legato a Sorgono e Oristano, verso le quali ogni giorno viaggiano studenti, lavoratori, commercianti. La risorsa che maggiormente potrebbe essere valorizzata è certamente il turismo: questo bellissimo paese, infatti, ha attrattive naturali uniche in tutto il Mandrolisai. Un buon inizio si è avuto con la creazione di alcune aziende agrituristiche, che attirano turisti e villeggianti per i prodotti della gastronomia che propongono e la suggestività dei luoghi in cui si trovano; e con l’apertura della strada che conduce alla grande roccia granitica Sa Crabarissa. Economicamente Austis dipende molto da Oristano, e da Nuoro.
Le tradizioni. La festa più importante di Austis è quella di Sant’Antonio in Basiloccu, in campagna, a quattro chilometri dal centro abitato. A questa sagra concorrono moltissime persone dai paesi vicini: è una festa tipicamente pastorale nella quale i montargios austesi attendono amici e conoscenti ospiti, istranzos. Per qualche anno sulla festa si è inserita una importantissima sagra di poesia popolare denominata “Frores de Monte”. I frores sono la denominazione locale dei muttos, il più antico genere poetico conservato in Sardegna, con struttura ABC/ACBA, tutto in settenari o ottonari, importantissimo per la funzione sociale che questo genere poetico svolgeva. Il poeta di muttos era infatti il giudice e l’arbitro della storia popolare e riusciva (protetto dal tacito consenso di tutti) a descrivere i problemi del paese, risolvendone qualcuno col mettere in piazza pregi e difetti dei compaesani. Il comitato di valorizzazione della poesia popolare di Austis ha pensato bene di rivitalizzare questo genere poetico attraverso un premio di poesia che ha riscosso per alcuni anni un notevole successo. Può essere un’ottima carta da giocare per il futuro turistico del paese. Attraverso la cultura e quindi la riscoperta della storia gloriosa di Austis, l’individuazione delle bellezze naturali del territorio (si percorra, per esempio, la strada che porta a Nughedu Santa Vittoria, o quella che, attraverso Sant’Antonio in Basiloccu, conduce fino alla diga sul Taloro, ai confini con Olzai, e si vedranno dei paesaggi di straordinaria suggestione), il paese può sperare nel futuro turistico che merita, se si riesce a trovare degli imprenditori seri che giochino e sappiano giocare queste poche carte vincenti.