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Burgos
Burgos è un piccolo centro di origine spagnola. Il paese sorge alle pendici del Castello di Burgos o del Gocèano dal quale è possibile ammirare uno splendido panorama sulla valle del fiume Tirso. Il comune è ricco sia di attrattive storiche che naturalistiche come i resti di antiche foreste montane.
Abitanti: 1.051
Superficie: kmq 17,96
Provincia: Sassari
Municipio: via Marconi, 1 - tel. 079 793505
Guardia medica: via Pio IX - tel. 079 793001
Ufficio postale: via Pio IX, 1 - tel. 079 793648
Burgos da Vedere e da Scoprire
Sulle pendici della catena del Goceano ("Sa Costera" in sardo), a circa 600 m di altezza, sorge il paese di Burgos, ai piedi dell'omonimo castello. La costruzione di questo, indubbiamente il monumento più importante del comune, risale secondo alcune fonti al 1134, ad opera del giudice Gonnario I di Torres, allo scopo di controllare i confini del giudicato. Alla fine del XIII secolo il castello passò prima nelle mani di Genova, poi alla famiglia dei Doria; alla metà del XIV secolo fu acquisito dai giudici d'Arborea, che per mezzo di esenzioni e privilegi favorirono il ripopolamento di tutta la zona. Infine, dopo l'abolizione del giudicato di Arborea, gli Aragonesi si disinteressarono sia del castello che della vallata, lasciandoli in balia di devastazioni e distruzione. La fondazione del paese risale invece al 1337, quando Mariano d'Arborea inviò in questo sito 24 coloni con le loro famiglie (pare provenienti da Villanova Monteleone) perché vi coltivassero le terre della Corona. Il paese risulta oggi distinto in due parti, quella nelle immediate vicinanze del castello, che con le sue strette viuzze ha un aspetto tipicamente medievale, con case in mattoni con il tetto a doppio spiovente, e quella più recente, di impianto moderno. Naturalmente il territorio di Burgos conobbe un popolamento da epoche molto più antiche, tant'e vero che vi si trovano necropoli a domus de janas di epoca neolitica, come quella di S'Unighedda, e numerosi nuraghi dell'età del Bronzo, tra cui il nuraghe Costa o S'Unighedda, all'interno del bosco di Foresta Burgos. Motivo di grande attrazione è naturalmente il castello del Goceano, in cima a un picco granitico ai piedi del versante sudoccidentale del Monte Rasu, a 647 m slm, visibile anche da grande distanza. La struttura ha una pianta irregolare allungata, articolata in una cinta muraria a "U", che comprende una torre a pianta quadrata, alta circa 16 m e articolata su due piani. Nel cortile interno si affacciavano diversi ambienti dall'incerta funzione, come incerto è l'utilizzo delle strutture a nord della torre (forse alloggi per le truppe e la servitù). Un ambiente sotterraneo è stato identificato come cisterna, non molto ampia e voltata a botte, intonacata al suo interno. Della sua storia più recente si sa che nel 1516 il castello è definito in buono stato, mentre nel 1901 se ne parla come di un rudere. Al centro del paese, in una casa padronale della fine dell'Ottocento, articolata su tre piani, è ospitato il Museo dei Castelli di Sardegna, che accoglie mostre temporanee sul tema dei castelli ed espone carte tematiche con le torri costiere di età spagnola ed una ricostruzione della vita contadina. Sono inoltre presenti una mostra di foto antiche e recenti che hanno per soggetto i castelli e una sala multimediale che permette una lettura storica dei circa cento castelli in Sardegna. A metà strada tra Burgos e Bono si trova l'area verde della Foresta di Burgos, zona molto curata e varia di rimboschimento, meta apprezzata da turisti e abitanti della zona. Tra le piante spiccano lecci e conifere, querce e sughere, cedri e qualche castagno isolato. Qui l'Istituto di Incremento Ippico si occupa dell'allevamento dell'asinello sardo, dell'asinello bianco dell'Asinara (considerato una forma di albinismo incompleto) e del cavallo di razza anglo-arabo-sarda. Si alleva inoltre il pony sardo, denominato Giarab, perché nato dall'incrocio tra fattrici della Giara e stalloni arabi. Meritano sicuramente una sosta per un assaggio le delizie enogastronomiche di Burgos, così come di tutto il Goceano. Tra i dolci, in particolare preparati in onore di S. Antonio Abate, a gennaio, si ricordano "sas tiliccas", "sas cozzulas" e "sas copulettas", un misto di semola, mosto cotto e scorza d'arancia. Il pane quotidiano è invece, ancora oggi, "su pane 'e fresa", sfoglia preparata con farina di grano duro, lievito, sale ed acqua, che, per la sua lunghissima conservazione, poteva facilmente essere portato appresso dai pastori nelle loro lunghe peregrinazioni al seguito delle greggi.
Laghetto ghiacciato a Baddu Idda
Panorama invernale, presso la sughereta in località Baddu Idda, vicino a Foresta Burgos, subito dopo le grandi nevicate ed il gelo occorso nelle prime settimane del mese di febbraio 2012.
Lago di Baddu Idda
Panorama sull’invaso artificiale che forma il laghetto di Baddu Idda lungo la strada che conduce alla caserma di Illorai. Il bacino è alimentato dall’omonimo ruscello che prosegue il suo corso attraversando foresta Burgos.
Goceano sentiero di San Francesco comune di Bono
"Il sentiero detto “di San Francesco” conduce dal centro servizi della foresta demaniale di Monte Pisanu al convento francescano di Monte Rasu, attraversando formazioni di roverella e sughera, lungo una strada vicinale che costeggia l’antico vivaio dell’ex azienda foreste demaniali. Attraversando varie piste forestali, si possono ammirare la sughera monumentale di Pedras Rujas (ben 12 m di altezza e quasi 5 metri di circonferenza)ed un sentiero contornato da boschi e pascoli arborati che conduce al laghetto di Caramaurpes. Lungo questa direttrice si snoda, sotto un fitto bosco di lecci, il sentiero dedicato a S. Francesco, che conduce alla tenuta Giannasi ed alla piccola cappella con il Convento francescano di Monte Rasu. Da questo punto è presente un raccordo verso una strada vicinale che conduce a Bono. Il percorso di ritorno lungo questo itinerario, invece, prevede di ripercorrere in parte lo stesso tracciato passando per le località Sa Ucca e Padronu sino al bivio, da cui procedere a destra nel sentiero segnalato che riporta al centro servizi di Monte Pisanu, attraversando le località Seddòla e Funtana ‘e Code con diversi punti panoramici dai quali si può ammirare Foresta Burgos, la piana di Santa Lucia ed i tavolati basaltici di Monte Santo e Monte Pelao."
Descrizione: Il territorio del Goceano è un'area di media montagna situata fra il Monte Acuto e i monti della Barbagia e del Marghine. Gli elementi che caratterizzano il territorio sono il rilievo del Monte Rasu,e il fiume Tirso con i suoi molti affluenti; questi habitat fluviali arricchiscono e diversificano l’ambiente boschivo ed hanno un particolare interesse per le comunità faunistiche legate alle acque dolci delle zone interne dell'Isola. Il paesaggio è caratterizzato da formazioni boscate e pascoli arborati di querce mediterranee quali il leccio, la roverella e la sughera, e da formazioni arbustive della macchia mediterranea.
Castello del Goceano
Come arrivare
Si lascia la SS 129 al bivio per Ozieri; superato il piccolo centro di Esploratu ci si trova a Burgos. Per raggiungere il castello, ubicato alla sommità del colle, bisogna addentrarsi nel centro storico.
Il castello di Burgos si trova in cima a un picco granitico ai piedi del versante sud-ovest del Monte Rasu, a 647 m s.l.m., visibile anche da grande distanza, in un punto di importanza fondamentale per il controllo del territorio.
Descrizione Il castello del Goceano, scenograficamente isolato, emana la suggestione delle fortificazioni legate agli eventi storici e alla vita quotidiana del Medioevo. Secondo alcune fonti, venne edificato intorno al 1134 ad opera di Gonnario I sovrano di Torres. Alla fine del XIII secolo passò prima nelle mani di Genova, poi alla famiglia dei Doria; alla metà del XIV secolo fu acquisito dai sovrani d'Arborea, che per mezzo di esenzioni e privilegi decretarono il ripopolamento di tutta la zona. Intorno al 1516 il castello viene definito ancora in buono stato. Nel 1901 già se ne parla come di un rudere. La struttura fortificata, dalla pianta irregolare allungata secondo le direttrici N/O-S/E, si articola in una cinta muraria, grosso modo a forma di "U", messa in opera in pietrame misto e laterizi, comprendente alcune feritoie fortemente strombate, un vano scavato nella roccia, e soprattutto la torre maestra. La parte bassa delle mura presumibilmente risale al XII secolo e fu innalzata ulteriormente sotto la dominazione aragonese, nel XV secolo. La torre, a pianta quadrata, alta circa 16 m, è a due piani, in cantoni di calcare lavorati sommariamente e rinforzati con blocchi di vulcanite rossa negli spigoli. Non vi sono merli né mensole in aggetto nella parte alta della struttura. Diversi ambienti, delle cui fondazioni sono rimaste tracce, dovevano affacciarsi nel cortile interno della fortezza, dove si trova l'ingresso a un ambiente sotterraneo identificato come una cisterna. Al suo interno quest'ultima è intonacata, non molto ampia e voltata a botte. A Nord della torre maestra si trova una serie di altri ambienti di incerto utilizzo. Si può ragionevolmente ipotizzare che fossero adibiti alle truppe e alla servitù che popolava il castello, anche se non vi sono resti materiali che aiutino a chiarire la funzione delle varie stanze.
Storia degli studi La bibliografia essenziale sul castello di Burgos prende le mosse dalla voce "Goceano", curata da Vittorio Angius, nel 1841, per il "Dizionario" del Casalis. Successivamente si segnalano il contributo di Dionigi Scano (1907), l'articolo di Foiso Fois (1970), al quale spetta anche l'ampia descrizione nel volume "Castelli della Sardegna medioevale". Del 1993 è la sintetica scheda di Roberto Coroneo nel volume "Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300". Il contributo più recente è l'articolo di Daniele Vacca, pubblicato nel 2002.
Museo dei Castelli di Sardegna
Informazioni
Indirizzo: vicolo Castello, 07010 Burgos; telefono: 3479018930; 079 793705 3494487275
Ente titolare: Società di gestione Goceano e sviluppo, Bono
Gestione: Cooperativa Sa Reggia a r.l. di Burgos
Orari: 8,30-13,00 e 14,00-19,00; lunedì chiuso
Biglietto: intero € 3 (visita al museo e al castello), € 2.50 (visita al castello): ridotto € 2,70 (visita al museo e al castello), € 2.20 (visita al castello); € 7 (scolaresche, con visita al museo, al castello ed escursione nel territorio del Goceano, con possibilità di pranzo tipico al prezzo di € 10); € 10 (gruppi, con visita al museo, al castello ed escursione nel territorio del Goceano, con possibilità di pranzo tipico al prezzo di € 23).
Esenzione biglietto: disabili e bambini con meno di 8 anni.
Il museo Sono caratteristici di Burgos le stradine strette, in salita, le case in mattoni con il tetto a doppio spiovente e i vicoli di aspetto medievale del centro storico, attraverso i quali si accede alla rocca dove sorge l'omonimo castello. Il museo è situato nel centro del paese, ospitato nelle sale di una casa padronale della fine dell'Ottocento, appartenuta ad una famiglia di possidenti locali, i Massaiu. L'edificio, restaurato e ristrutturato di recente, si articola su tre piani. Il percorso museale è strutturato in tre ambienti tematici. Una parte ospita mostre temporanee sul tema dei castelli. Un'altra riguarda l'esposizione di carte tematiche che indicano le torri costiere di età spagnola e i punti strategici di difesa dell'isola, particolarmente esposta per via della sua particolare posizione geografica al centro delle rotte commerciali e militari mediterranee. Una parte della struttura è, invece, interamente dedicata alla ricostruzione della vita contadina. Offre un viaggio nella memoria tra strumenti di lavoro d'altri tempi e utensili di fogge diverse che illustrano il lavoro e la fatica dell'uomo. In una zona del museo si trova un'esposizione di foto antiche e recenti che hanno per soggetto i castelli. Chiude il percorso una sala multimediale attrezzata che permette una lettura storica dei circa cento castelli in Sardegna. A breve distanza si trova il castello medievale di Burgos. Situato in posizione isolata, su un massiccio roccioso che lo rendeva assolutamente inespugnabile, conserva attualmente la triplice cinta muraria, i muri perimetrali e la grande torre, alta più di dieci metri. La visita guidata permette di approfondire le conoscenze storiche sulle fortificazioni isolane, in particolare sui castelli, e sui quattro giudicati sardi.
Servizi Esiste un servizio di visita guidata, compresa nel prezzo del biglietto, al museo e al castello. Le postazioni multimediali completano il percorso di conoscenza. È previsto un percorso didattico per scolaresche. È aperto il bookshop. Non esistono barriere architettoniche. Il museo organizza escursioni da trekking e in fuori strada, con itinerario archeologico-naturalistico a Foresta Burgos; alla foresta di tassi nei pressi di Monte Rasu, la più grande d'Europa; ai nuraghi e menhir di Benetutti; al museo naturalistico dell'Ente foreste di Monte Pisanu, comprese di pranzo tipico. Si organizzano pacchetti turistici che prevedono escursioni al nuraghe di Torralba, alla chiesa romanica di Saccargia, alle domus de janas di Sant'Andrea Priu (Bonorva) e di Ossi e alla "Casa Tiu Virgiliu" di Suni.
Castello di Goceano (XII-XIII sec.)
Giudicato di Torres, curatoria del Goceano Burgos
Il castello di Goceano si arrocca sul picco granitico isolato ai piedi del versante sudoccidentale di Monte Rasu; dalla cima i suoi ruderi dominano i boschi e il paese di Burgos, adagiato sulle pendici occidentali. L’impianto del castello, come fulcro d’importanza cruciale per il controllo e la difesa del territorio, risale con ogni probabilità alla prima età giudicale; nel 1288 passò a Genova, nel 1297 ai Doria e nel 1349 all’Arborea, il cui giudice Mariano IV de Bas-Serra ne dispose il ripopolamento. Anche in epoca seriore le vicende del castello si legano strettamente alla storia del Goceano; nel 1528 veniva ancora definito in buono stato di efficienza militare. La struttura fortificata si attesta tra la prima cortina di difesa (m 644 sul livello del mare) e la torre maestra (m 651), entro un perimetro irregolare con sviluppo da nordovest a sudest. I corsi basali dell’antemurale risalgono forse al XII secolo e furono sopraelevati in epoca aragonese. Nel XIII secolo fu costruita la torre maestra con pianta quadrata (m 8x8, alta m 16 circa) e sviluppo su due piani. Il paramento murario è in conci calcarei di pezzatura non regolare, con cantoni trachitici messi in opera a rinforzo degli spigoli; è andato perduto il coronamento merlato. I corpi di fabbrica a bastionatura della torre nel versante sudest hanno profilo icnografico a U e comprendono tratti di paramento in laterizio, altri in pietrame misto, feritoie fortemente strombate e al centro un vano ipogeico, probabilmente una cisterna scavata nella roccia.
Testi tratti da:
R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, collana
“Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, Ilisso, 1993
Monte Burghesu
Complesso forestale di proprietà dei comuni di Burgos e Bottidda in concessione all’Ente Foreste dal 1991. La copertura forestale è costituita da boschi di leccio e roverella, è spesso interrota da pascoli arborati in cui si possono ammirare lecci di notevoli dimensioni. Il complesso è facilmente accessibile, ha una morfologia prevalentemente pianeggiante e si presta ad escursioni di tipo naturalistico.
Dove si trova e amministrazione
Provincia: Sassari
Comuni: Burgos e Bottidda
Superficie: 700 ha
Complesso Goceano
Tel: 079 791553
Clima e geologia del Territorio Il clima di questa zona è nettamente bistagionale, con un periodo autunno-inverno abbastanza piovoso e una stagione primavera-estate quasi completamente asciutta. Di conseguenza si verificano periodi di siccità con ovvi riflessi sulla vegetazione. L'aridità estiva è molto spesso aggravata dalla notevole ventosità che a volte è presente su diverse parti del territorio. Pertanto sulla base di studi e ricerche (P. V. ARRIGONI, Fitoclimatologia della Sardegna - 1969), l'intensità e la durata del periodo arido dipendono più che dalle scarse piogge estive, dalle riserve idriche del suolo e dal potenziale di evapo-traspirazione, il quale varia con la temperatura e la durata dell'insolazione. Piuttosto bassa è la frequenza e la persistenza delle precipitazioni nevose. Per avere un termine di confronto, conviene ricordare che nelle zone montane della Sardegna centrale le frequenze medie annue non superano i 5-10 giorni.
Numerosi sono invece i giorni con brina sia in autunno che in primavera. Poco frequenti sono i temporali che di solito si verificano durante l'estate. I mesi più freddi sono gennaio, febbraio e dicembre, mentre quelli più caldi sono luglio e agosto.
Complessivamente i suoli del territorio in esame sono tutti di origine autoctona con caratteristiche variabili in relazione alla natura della roccia, al clima stazionale, alla morfologia dei rilievi e al tipo di vegetazione. Si possono osservare terreni di origine vulcanica e depositi clastici a debole cementazione, permeabili nelle zone molto fratturate ed in genere negli strati superficiali, poco permeabili laddove la roccia e rimasta salda e compatta. Dove la morfologia è poco accidentata si riscontrano i suoli bruni acidi e in queste zone la copertura forestale è continua anche in virtù del fatto che il pascolo risulta in parte controllato. I suoli derivati da scisti cristallini sono presenti un po' ovunque nel territorio, risultano poveri di scheletro, di sostanze argilliformi e di calcio, ma ricchi di potassa e con un discreto contenuto di anidride fosforica. Gli interventi previsti in questi complessi forestali, compresi quelli di miglioramento pascolo e di razionalizzazione della viabilità, assumono importanza fondamentale anche per la difesa, la protezione ed il miglioramento delle caratteristiche del suolo.
Flora Le formazioni vegetali che si possono osservare con più frequenza sono quelle caratterizzate da leccio e roverella, a volte pure, più frequentemente con le due specie consociate. Il pascolo arborato con cotica erbosa molto degradata è abbastanza diffuso. Il soprassuolo, in quest'ultimo caso è costituito da piante sparse di roverella e leccio con copertura discontinua ed ampie chiarie. La forma di governo non è omogenea, infatti i nuclei di ceduo semplici matricinati si alternano a nuclei, più ridotti, di fustaia con piante sparse anche di notevoli dimensioni. Non è infatti possibile riscontrare delle formazioni vegetali ben definite, trovandoci di fronte ad una situazione in cui tutta la superficie è intensamente pascolata e in alcuni tratti percorsa da incendi. Comunque si può osservare che in molte zone le specie che costituiscono i soprassuoli evidenziano una buona ripresa vegetativa che da origine a fitti nuclei di rinnovazione gamica e/o agamica. Un altro elemento importante è la presenza di numerose altre specie arboree distribuite non uniformemente sul territorio in esame, come Ilex aquifolium, Sorbus torminalis, Acer monspessulanum, Pyrus pyraster, etcc. Tutto ciò testimonia che le caratteristiche vegetazionali di queste zone erano in passato ben lontane dallo stato attuale e che col passare degli anni varie cause, soprattutto antropiche le hanno notevolmente alterate.
Nuraghe Costa, Burgos
Come arrivare Dalla frazione di Foresta Burgos si segue la segnaletica per raggiungere il Nuraghe Costa; arrivati alle scuderie Costa, si lascia l'auto e si prosegue a piedi a sinistra lungo un sentiero in salita; si incontra una biforcazione e si prende il sentiero a destra fino a raggiungere un cancelletto di legno. Il complesso nuragico si scorge a breve distanza tra la fitta vegetazione.
Il monumento è ubicato all'interno del bosco di Foresta Burgos in località Su Pranigheddu de S'Unighedda.
Descrizione Comunemente chiamato Sa Reggia, comprende un nuraghe complesso, un villaggio circostante e un possente antemurale (superficie di 450 mq). Il nuraghe è costituito da un mastio e da un bastione di quattro torri secondarie con all'interno un cortile. La torre centrale (diam. m 14) è edificata con blocchi di basalto poligonali nella parte inferiore e ben lavorati in quella superiore. Vi si accede attraverso un ingresso - orientato ad E e a luce rettangolare – che immette in un andito (lungh. m 4); sulla parete s. di questo si apre l'ingresso al vano-scala che con sviluppo elicoidale conduceva ai piani superiori. Questo vano può essere percorso oggi soltanto nel tratto iniziale (lungh. m 2,50). La camera appare ricolma di terra e di massi crollati dalle strutture superiori. Il mastio si affaccia sul cortile di disimpegno - a pianta quasi semicircolare (m 6) - al quale si accedeva tramite un ingresso a Sud. Sul cortile si aprivano gli ingressi dei corridoi che immettevano nelle quattro torri secondarie: una torre risulta oggi quasi completamente crollata; una seconda conserva solo in parte le pareti della camera, dove si apriva una nicchia; altre due torri risultano oggi inaccessibili. Intorno al bastione, per un'ampia superficie, si estende il villaggio: tra la fitta vegetazione arbustiva è possibile ora individuare con chiarezza soltanto due capanne a pianta circolare (perimetro di m 9) realizzate con filari di blocchi poligonali di basalto. L'elemento che tuttavia caratterizza e rende unico questo monumento è l'antemurale. La struttura muraria difensiva – che si può seguire oggi per un tratto lungo m 60 (alt. m 3)- è priva di torri e conserva, eccezionalmente, il "cammino di ronda" (largh. m 1,40).
Storia degli scavi Il complesso è stato scavato recentemente da Giuseppa Tanda.
Centro di Allevamento Governativo, Burgos
Come arrivare
Il villaggio di Foresta Burgos si trova nel territorio comunale di Burgos e si raggiunge facilmente sia da questo centro sia da Bono. Il Centro si inserisce in un'area di grande interesse ambientale.
Descrizione Situato su un ampio pianoro, nacque come azienda agricola sul finire dell'Ottocento per essere abitato a partire dal 1906 dai militari dell'Esercito che impiantarono il Centro di Allevamento Governativo per l'addestramento degli animali, impiegati in guerra e nel servizio di polizia. Nel 1954 con il prevalere dei mezzi meccanici su quelli a trazione animale, ormai anacronistici, il villaggio si vuotò e fu abbandonato. Nel 1959 l'Istituto di Incremento Ippico, con sede a Ozieri, subentrò all'Esercito, gestendo l'azienda sperimentale di Foresta Burgos quale sede del Centro di Allevamento Regionale per il Cavallo Sardo, con un'attenzione particolare al cavallo anglo-arabo-sardo e alla protezione dell'asinello bianco dell'Asinara.
L'agglomerato è costituito da alcuni edifici abbandonati, caratterizzati da coperture lignee, dalle vecchie stalle e dalla chiesa di San Salvatore. Questa è certamente la costruzione più interessante sia per l'accesso che avviene attraverso un suggestivo viale alberato, sia per le forme. Si tratta infatti di una costruzione di stile neomedievale ed ha una facciata a spioventi realizzata in conci a filari alterni bicromi, come nella tradizione romanica della Sardegna. Ha però una decorazione ad archi ciechi in parte a tutto sesto, in parte a sesto acuto, per riprendere i caratteri tipici del gotico nel portale acuto e nel piccolo rosone sovrastante. Un campanile a cuspide sul retro conclude l'edificio. Foresta Burgos è il punto di partenza per interessanti escursioni anche lungo le strade che si addentrano nei boschi e furono selciate dai militari. Distanziati in varie località ci sono alcuni edifici residenziali.
Storia degli studi Non si rintraccia nessuna notizia nella bibliografia.
"Nel 1946, col secondo governo De Gasperi, mentre Antonio Segni era Ministro dell'Agricoltura, fu emanato un insieme di leggi finalizzate alla realizzazione di un progetto sintetizzabile sotto il nome di Riforma Agraria. In tale quadro d’intenti nacque, nel maggio del 1951, l'ETFAS, ossia l'Ente per la trasformazione fondiaria e agraria in Sardegna. Il progetto prese forma, innanzitutto, con l'esproprio delle terre incolte, la messa in atto di vasti piani di colonizzazione, di trasformazione, unitamente alla creazione d’importanti infrastrutture. Vennero bonificate le zone paludose e realizzate dighe, canali, acquedotti e strade. Ai contadini vennero assegnati i poderi derivanti dagli espropri. Ogni assegnatario aveva l'obbligo di coltivare il proprio fondo, producendo quantità di raccolto tali da garantire per almeno il sostentamento del relativo nucleo familiare. L'ETFAS rappresentò la struttura cui vennero assegnati tutti i compiti di espropriazione, bonifica, trasformazione e assegnazione dei terreni ai contadini, al fine di risvegliare e rivitalizzare l'agricoltura sarda segnata da millenni di abbandono. L'ETFAS venne progressivamente modificato fino a diventare nel 1984 Ente Regionale di Sviluppo e Assistenza Tecnica in Agricoltura (ERSAT), la cui attività si è chiusa il 31 luglio 2007 e parte del personale è confluito nell'agenzia Laore Sardegna."