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CastelsardoCastelsardo è una delle sette città regie della Sardegna. Ha assunto il titolo di città nel 1448 per volere degli aragonesi, allora dominatori della Sardegna. Oggi conta circa 5.512 abitanti della Provincia di Sassari.
Antico centro del nord-Sardegna, Castelsardo è uno dei più straordinari esempi di borgo medioevale, ancora estremamente curato e intatto nella sua struttura originaria. Il centro storico conserva praticamente intatti tutti gli edifici di un tempo, compreso lo straordinario castello, costruito proprio in cima alla collina.
Abitanti: 5.512
Superficie: kmq 43,50
Provincia: Sassari
Municipio: via Vittorio Emanuele, 2 - tel. 079 478400
Guardia medica: via Colombo - tel. 079 470272
Polizia municipale: via Salvino - tel. 079 4780940 - 470138
Biblioteca: via Colombo - tel. 079 479002
Ufficio postale: via Nazionale, 40 - tel. 079 470005
Arroccata su un promontorio vulcanico che domina il Golfo dell'Asinara, Castelsardo ha cambiato nome più volte nel corso della sua storia. Venne fondato nel 1102 dalla nobile famiglia genovese dei Doria, che la chiamò Castelgenovese, nome che mantenne fino al 1448 quando, dopo la conquista spagnola, divenne Castelaragonese. Solo nel 1776 assunse il nome attuale. A dominare il panorama è il castello, che ospita un museo dedicato all'arte dell'intreccio, mentre sul mare si affaccia la cattedrale di Sant'Antonio Abate. La mostra allestita nel castello, costruito tra il XII e il XIV secolo, è composta da diversi ambienti in cui sono esposti oggetti intrecciati realizzati con i vari materiali della tradizione: palma, asfodelo, giunco. Dalle terrazze il panorama è aperto sul golfo dell'Asinara con, sullo sfondo, nelle giornate limpide, i monti della Corsica. Di grande interesse culturale anche la Cattedrale di Sant'Antonio Abate. Costruita nel Seicento sulla struttura di una precedente chiesa romanica, è sormontata da un campanile che termina in un tetto coperto da maioliche colorate: uno splendido colpo d'occhio con lo sfondo del mare. L'interno della chiesa è caratterizzato da un importante arredo ligneo risalente al XVI secolo. Di particolare interesse l'opera “Madonna in trono con Bambino e angeli”, risalente al XV secolo e parte di un retablo, ormai smembrato, realizzato dal pittore noto come “Maestro di Castelsardo”. Proprio a questo artista è dedicato il museo Diocesano ospitato negli ambienti ipogei, scoperti recentemente, sotto la stessa Cattedrale.
Nel cuore del paese vecchio, invece, sorge la chiesa di Santa Maria, che al suo interno conserva il Crocefisso trecentesco noto come il Cristo Nero. Inoltre, non lontano da Castelsardo, in località Multeddu, a fianco della strada si erge l'imponente mole della Roccia dell'Elefante, un blocco di trachite scura scolpita dal vento; si tratta di una delle formazioni più famose della regione, utilizzata anticamente come luogo di inumazione. Alla sua base infatti si trovano i piccoli imbocchi scolpiti di alcune domus de janas. Situato sulla sommità di un rilievo trachitico tronco-piramidale dominante la vallata sottostante, la foce del Coghinas e un tratto della costa ad Est di Castelsardo, si trova inoltre il complesso di Monte Ossoni, comprendente un piccolo villaggio preistorico difeso, nella parte non direttamente affacciata su uno strapiombo, da una muraglia megalitica.
Castelsardo da scoprire
Castelsardo conserva ancora oggi la fisionomia originale, caratterizzata dai bastioni che la circondano: dalla Pianedda (la parte più bassa del paese) parte la strada che, risalendo la ripida rupe, conduce al centro antico; qui, proseguendo a piedi, ci si ritrova immersi in uno splendido scenario caratterizzato da ripide e strette vie, lunghe scalinate, numerose chiese e monumenti di notevole interesse storico, come il palazzo episcopale, antica dimora dei vescovi, contenente arredi originali e opere d'arte. Il palazzo ospita due mostre permanenti: Memorabilia Canonicorum et Episcoporum Ampurienses e Stregoneria, Eresia e Santa Inquisizione. Il paesaggio attorno alla cittadina offre un panorama di singolare bellezza caratterizzato da suggestive coste in cui spuntoni rocciosi dalla vegetazione selvaggia e incontaminata si alternano a bianchi arenili. Numerose le spiagge di sabbia finissima presenti nel comune di Castelsardo quali quella di Baia Ostina, il cui mare riflette in superficie il colore verde della vegetazione circostante, quella di Cala La Vignaccia, vicinissima al centro abitato, ed ancora quelle di Cantareddi, di Lu Bagnu, di Marina di Castelsardo, di Pedraladda, di Punta La Capra e di Punta Li Paddimi tutte caratterizzate da uno splendido mare dove gli appassionati di sport possono praticare vela e windsurf. È consigliabile una visita accurata, anche per la possibilità di acquistare oggetti d'artigianato nei numerosi negozietti che si aprono sui vicoli del centro. La cucina di mare è basata sul pesce e sulle aragoste. Il lunedì della Settimana Santa, il paese di Castelsardo è teatro di una intensa processione del ''Lunissanti''. Nelle vie del centro, illuminate dalle fiaccole, si muovono le figure incappucciate mentre risuonano le note dei tre cori de Lu Stabat, Lu Jesu e Lu Miserere. I canti sono molto antichi, probabilmente anteriori alla dominazione catalana, e tramandati oralmente fino a oggi. La processione termina davanti alla chiesetta di Santa Maria, dove i Misteri vengono esposti alla venerazione della folla dei fedeli.
Il Castello dei Doria
Come arrivare
Percorrendo la SS 131, superata la città di Sassari, si imbocca la SS 200 in direzione Sorso. Dopo circa 40 km dal bivio si trova l'abitato di Castelsardo, meta turistica assai nota e frequentata.
L'abitato di Castelsardo occupa una collina a picco sul mare, in cima alla quale si trova il centro storico, che corrisponde al nucleo urbanistico dell'antica Castelgenovese; dal promontorio si espande la parte nuova della cittadina, in una serie di anelli concentrici.
Descrizione Castelsardo è una delle cittadine più pittoresche in Sardegna, soprattutto per via del suo centro storico, arroccato su un promontorio a picco sul mare. Ha mutato nome nei secoli, a seconda delle forze politiche che l'hanno controllato, usandolo come roccaforte difensiva e punto strategico di controllo non solo del territorio ma anche delle rotte marittime che passavano per la Sardegna. La città fortificata nasce col nome di Castelgenovese, come possesso della famiglia ligure dei Doria. Dopo aver costituito uno dei baluardi nella lotta contro le forze d'invasione catalano-aragonesi nel XIV secolo, viene da queste conquistata e diventa Castellaragonese, per poi assumere il nome attuale di Castelsardo. Il protrarsi dell'uso come città fortificata ha fatto sì che negli anni si siano modificate anche le strutture difensive, da semplici torrioni a sistemi di difesa bastionata più complessi. Le mura che rinserrano il centro abitato si presentano come una serie di bastioni e torrioni, di cui alcuni a picco sul mare, raccordati da una poderosa cinta muraria. La tecnica muraria non è accurata: viene infatti utilizzato pietrame misto sommariamente lavorato, con l'utilizzo di cantoni squadrati per dare solidità agli spigoli.
È difficile oggi leggere le strutture di epoca medioevale. Gli accessi al centro abitato avvenivano attraverso una porta "a mare", ad E, e una porta "di terra" a S. All'interno della cinta fortificata, di forma irregolare, a N/E si trovava la cattedrale, vicina alla porta "a mare", mentre a S/O si trovava il castello. Questo, costituito da una serie di ambienti addossati, comprendeva un vano centrale, residenza della famiglia Doria, dispense per i viveri, una cisterna, un avamposto di guardia per le truppe.
Storia degli studi Gli studi su Castelsardo non possono prescindere dalla monografia di Salvatore Rattu sulle torri e i bastioni di Castelsardo (1953) e dal contributo di Foiso Fois nel volume "Castelli della Sardegna medioevale" (1992), volti a determinare la fisionomia storica e urbanistica dell'abitato fortificato.
Feste, sagre ed eventi nel paese di Castelsardo
Il Capodanno a Castelsardo La cittadina di Castelsardo, come da tradizione, propone grandi festeggiamenti per il Capodanno. In un'atmosfera ricca di fascino storico, il teatro a cielo aperto di Piazza La Pianedda diventerà lo scenario dei concerti e degli spettacoli che accompagneranno il pubblico nel corso di questa lunga notte di festa.
La Settimana Santa a Castelsardo o Lunissanti
Il Lunissanti castellanese è una manifestazione popolare unica nel suo genere, che affonda le radici nel Medioevo e nelle Sacre Rappresentazioni. La sua origine risale ai tempi in cui monaci Benedettini curavano la vita religiosa, sociale e culturale delle popolazioni che vivevano intorno a Tergu e Castelgenovese. A Castelsardo i rituali della Settimana Santa assumono un fascino particolare, conferito anche dall'aspetto medioevale del borgo. Si comincia il giorno del Lunedì santo. Prima dell'alba, i membri della Confraternita dell'Oratorio della Santa Croce, vestiti con cappa, cinture di cuoio e cappuccio, raggiungono la chiesa di Santa Maria di Tergu, dove viene celebrata la cerimonia religiosa. Dodici confratelli rappresentano gli Apostoli: suddivisi in tre cori, si dispongono intorno all'altare e intonano dei canti. Ogni gruppo reca con sé un oggetto simbolico: il Coro del Miserere un teschio, il Coro del Sabat un busto del Cristo; il Coro di Gesù porta, invece, un Crocifisso. Altri confratelli simboleggiano i Misteri, simboli della Passione del Cristo. Quando sorge il sole la messa finisce e comincia la processione. Alcuni membri del gremio trasportano calice, guanto, corda, catena, fruste e corona di spine, mentre gli altri trasportano il busto di Cristo e la Croce. L'incedere verso i bastioni di Castelsardo è accompagnato da solenni canti corali. Giunta al bastione del castello, la processione si scioglie. Prima delle 9 del mattino gli apostoli, i rappresentanti del gremio e i cori ritornano nella chiesa di Santa Maria di Tergu, dove i simboli vengono consegnati. A mezzogiorno l'atmosfera severa e solenne dell'alba cede spazio a manifestazioni più gioiose. A metà pomeriggio, dopo un pranzo consumato nella campagna intorno alla chiesa, i partecipanti fanno ritorno al paese: la processione, originatasi nella zona bassa del borgo, si snoda nelle vie illuminate da fiaccole che proiettano ombre sui muri delle case, e culminerà nella chiesa di Santa Maria.
Museo "Maestro di Castelsardo"
Il museo "Maestro di Castelsardo" è polo del museo della diocesi di Tempio Ampurias, dislocato in diverse sedi del territorio: a Calangianus il museo "Santa Giusta", "Santa Maria Maddalena" a La Maddalena, a Martis in museo "San Pantaleo", "Madonna Assunta" a Nulvi e "Santa Maria degli Angeli" a Perfugas. Il museo di Castelsardo ha sede nella cripta della Cattedrale di Sant'Antonio Abate. Nelle sue suggestive sale sotterranee è esposto il ricchissimo tesoro, che annovera altari lignei, il più grande organo a canne settecentesco del territorio, statue lignee policrome, arredi liturgici, argenti, pergamene e documenti d'archivio che raccontano ben cinque secoli di storia. Nel museo sono conservate opere importantissime della storia pittorica in Sardegna, quali la Madonna in trono con Bambino e angeli musicanti, le tavole dei quattro Apostoli, San Michele Arcangelo e il Padre Eterno. Questi dipinti facevano parte di un unico retablo, cioè di una pala d'altare di matrice culturale spagnola che nelle chiese andava collocata dietro un altare. Il pittore dei pezzi in mostra è il Maestro di Castelsardo, vissuto tra il XV e il XVI secolo, ed operoso non solo in Sardegna ma anche in Spagna e in Corsica. Al misterioso pittore si riconosce uno stile inconfondibile, raffinato e prezioso. Tra le sculture in esposizione meritano particolare attenzione le statue in legno raffiguranti Sant'Antonio Abate e la Madonna di Salasgiu, entrambe del XVI secolo: esse rappresentano quella fiorente e pregiata diffusione di statuaria lignea che è stata protagonista delle vicende storico artistiche dell'Isola fino al XVIII secolo.
Indirizzo: Chiesa di Sant'Antonio Abate, 07032 Castelsardo
Cestini di Castelsardo
Castelsardo è famosa nel mondo per la produzione artigianale dei cestini. Non è raro vedere nelle vie del paese le donne intente a intrecciare ceste colorate, o pescatori a cucire nasse, la trappola da calare sul fondo del mare per la pesca dei crostacei. La produzione locale dei cestini è caratterizzata da numerose forme ed elementi decorativi: caratteristiche di Castelsardo sono le corbule e i canestri. Le corbule hanno la base piccola e i bordi alti e sono di forma tronco-conica, possono avere diverse grandezza e venivano utilizzate per le operazioni di panificazione: le più piccole per conservare il lievito, mentre quelle più grandi per conservare il pane grosso per tutta la settimana e grazie alla loro struttura consentivano di mantenere unita e raccolta la forma del pane. Anche i canestri possono avere diverse dimensioni, ma al contrario delle precedenti hanno il bordo basso, di circa 10 cm, ma anche questi, venivano utilizzati per la panificazione: entrambi facevano parte del corredo del pane per la sposa. I canestri di medie dimensioni venivano usati per fare e contenere gli gnocchi e il pane mentre quelle di grandi dimensioni per conservare il pane piatto che veniva poi coperto con un telo. Un altro contenitore tipico di Castelsardo è la pòntina, capiente contenitore di forma cilindrica o di giara, con apposito coperchio che solitamente veniva utilizzato per conservare la biancheria, i ceci, i fagioli e gli alimenti in genere. Oggi queste ceste sono usate come portaombrelli, porta-riviste o biancheria. Altri cestini hanno funzione ornamentale, come centro-tavola, sottopentola o appesi alle pareti, dove arredano e ricordano le tradizioni locali. I cesti sono tra i primi oggetti nati come corredo indispensabile alla vita familiare. Insieme alle ceramiche, essi nascono già con le prime comunità primitive, ed hanno seguito l’intera evoluzione della specie umana nei secoli, senza mai variare sostanzialmente la loro struttura ed il loro uso. Gli attuali modelli non corrispondono più a quelli utilizzati dai primitivi abitatori dell’Isola, la produzione odierna è più aderente alle esigenze della vita moderna. La materia prima utilizzata è la palma nana, che qui cresce spontaneamente. Oggi la palma nana è considerata specie protetta ed è quindi purtroppo quasi interamente sostituita dalla rafia. Le varie tecniche di intreccio e gli oggetti prodotti sono in mostra nel Museo dell’Intreccio Mediterraneo, ospitato nelle sale del Castello. Conoscere tecniche e materiali legati alla tradizione può essere utile anche come buona guida all’acquisto del vero manufatto artigianale fatto a regola d’arte.
Gastronomia
La gastronomia locale è legata alle tradizioni agricole e pastorali locali, ma soprattutto alla pesca e alle ricette degli abitanti che si sono tramandate nel tempo. L’unicità dei sapori di questa cucina è legata alla freschezza delle materie prime utilizzate e alla loro genuinità. Immancabile quindi un itinerario eno-gastronomico da compiere in loco, assaggiando le varie specialità direttamente dai produttori locali, approfittando anche delle numerose sagre che si svolgono durante l’anno.
Oltre alle ricette di primi e secondi piatti tipici, sono da menzionare il pane grosso e i dolcetti, come le formaggelle, i papassini, i cocciuleddi e i tradizionali amaretti.
F. Pulvirenti-A. Sari, Architettura tardogotica e d’influsso rinascimentale, collana
“Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, 1994, sch. 19:
Castellaragonese (XVI sec.)
Castelsardo
Castelgenovese, villa fortificata dei Doria, creata assieme ad Alghero nel XII secolo, a tutela dei traffici marittimi genovesi, e rafforzata nei successivi, venne espugnata dagli Aragonesi, con l’aiuto di Sassari e dopo un lungo assedio, solo nel 1448. In età spagnola divenne una delle tre piazzeforti strategiche della Sardegna, atte a respingere, col sistema di difesa costiera, gli attacchi nemici e barbareschi in particolare. Data la morfologia del luogo – un promontorio alto e roccioso con scogliere a picco sul mare – le solide fortificazioni genovesi, perfettamente adeguate alla configurazione naturale del terreno, non necessitarono di particolari interventi che non fossero di consolidamento e rinforzo. V. Angius rileva che i punti fortificati detti “bastioni” altro non erano che semplici batterie e che non vi era necessità di baluardi in quanto il luogo godeva di ottime difese naturali. Riparazioni alle fortificazioni di Castellaragonese (non più Castelgenovese e assimilata ad Alghero quanto a privilegi) furono effettuate nel 1512, quando alla cinta muraria vennero aggiunti lo “sperone” e la “loggetta” e, ancora, nel 1527, di fronte alla minaccia – respinta dopo un breve assedio – delle galere genovesi guidate da Andrea Doria e delle truppe francesi capeggiate da Renzo Ursino di Ceri. Nel 1554, all’epoca della guerra di Corsica, il viceré Heredia inviò a Castellaragonese l’architetto militare Rocco Capellino, che progettava le opere di fortificazione delle piazzeforti di Cagliari e Alghero, con una squadra di muratori per riparare e munire la fortezza. Nella circostanza vennero demolite alcune case per far posto ad opere di difesa. Un ulteriore sopralluogo alla piazzaforte venne compiuto nel 1575 dal viceré Coloma e dall’architetto Jacopo Palearo Fratino. Dalla relazione di don Giovanni Canoguera del gennaio dello stesso anno risulta tuttavia che ben poco vi era da fabbricare, e con poca spesa, essendo la fortezza favorita dalla natura del luogo; le richieste degli altri visitatori riguarderanno prevalentemente le dotazioni di uomini e armi. La memoria redatta dal viceré Vivas, il 26 maggio 1625, con allegata planimetria della rocca, mostra che la sua configurazione non è dissimile dall’attuale. Il viceré considerava inespugnabile la fortezza che doveva solo essere ripulita, inferiormente, nell’angolo della Garitta, sotto lo spalto occidentale detto di Manganello, dove si erano accumulati i rifiuti gettati dagli abitanti. In origine la fortezza era dotata di un solo ingresso, verso terra; su indicazione del Vivas questo venne rinforzato e fu riaperto un varco secondario verso il porticciolo romano, già adoperato in antico e detto dagli spagnoli Mandracho del socorro, attrezzato con una scala. Il Vivas proponeva anche una serie di provvidenze per ovviare alla scarsità d’acqua, fra le quali la creazione di una grande vasca a ridosso del fianco settentrionale della cattedrale; ordinava la riparazione dei parapetti e rimarcava la mancanza di porte e di scale per l’accesso al mare. Anche in epoca piemontese le riparazioni alla fortezza furono di poco conto e il progetto del 1740 per creare un sistema difensivo della porta a terra non venne attuato, anche se le fortificazioni non furono mai lasciate completamente in abbandono. Nel 1769 Castellaragonese assunse l’attuale denominazione di Castelsardo.
Castelsardo è un incantevole borgo medioevale, situato nel Nord Sardegna, in provincia di Sassari...
...adagiato su un promontorio che si affaccia proprio al centro del Golfo dell'Asinara.
Le sue bellezze naturalistiche, le splendide insenature, i prodotti tipici, l’artigianato, le tradizioni ed il catteristico porto ne fanno una delle località turistiche più suggestive della Sardegna.
Come raggiugere Castelsardo
La località è facilmente raggiungibile con ogni mezzo di trasporto.
In automobile
Partendo da Sassari, percorrere la litoranea di Platamona oppure da Sorso. La distanza da Sassari è di circa 32 Km.
In nave
Per chi invece volesse raggiungerla con viaggio in nave, il porto più vicino è quello di Porto Torres, che dista circa Km 35. Le navi partono da Civitavecchia e Genova. Il porto di Olbia dista invece circa 120 Km. Le navi partono da Civitavecchia, Genova e Livorno. Il porto di Golfo Aranci dista invece circa 130 Km. Le navi partono da Civitavecchia, Genova e Livorno.
In aereo
Per chi volesse raggiungerla con volo aereo, l’aeroporto più vicino è quello di Alghero-Fertilia, distante circa 65 Km. Le partenze nazionali sono da Milano, Genova, Pisa, Roma, Torino, Bologna. L’aeroporto di Olbia dista invece circa Km 108. Le partenze nazionali sono da Roma, Milano, Napoli, Palermo, Torino, Venezia, Bologna.
SEGRETI E MAGIA DELLA ALCHIMIA MISTICA
SULLE TRACCE DELLA SAPIENZA ALCHEMICA MISTICA NELL’ANTICA BIBLIOTECA DEI FRATELLI DELLA CATTEDRALE AMPURIENSE
Sede: ANTICO SEMINARIO – Via Garibaldi
La mostra è il primo risultato che testimonia la presenza dei testi legati alla materia alchemica, conservati nell’antica biblioteca di Castelsardo. L’esposizione delle opere di stampa, allestita nei suggestivi ambienti dell’Antico Seminario situato nel cuore del borgo medievale, presenta una scelta di un centinaio di esemplari tratti dalla collezione.
A Castelsardo, sede vescovile e sede del Capitolo della Cattedrale, già dagli inizi del 1500, il forte richiamo alla scienza alchemica, pose a contatto i Canonici del Capitolo, con i centri della cultura umanistica e rinascimentale. L’attenzione al sapere dell’epoca, spinse questi dotti ecclesiastici a reperire volumi a stampa nelle maggiori città europee: da Firenze a Roma, attraverso l’Italia intera, dalla Francia alla Spagna fino al cuore dell’Europa del nord.
Il simbolo dell’Uroboro, graffito su una lapide tombale nella sacrestia della Cattedrale di S. Antonio Abate è associato ad una significativa iscrizione:
“FRATRES CATHEDRALIS AMPURIENSIS”
“IN UNUM”
Questa traccia, nella sua chiarezza, dice l’adesione dei Canonici di Castelsardo ad una ideologia e a una visione del mondo che, secondo certi aspetti avrebbe potuto sconfinare nell’eresia. Di fatto la pietra tombale dei canonici non porta simboli classici del Cristianesimo ortodosso, bensì il serpente che si morde la coda a formare l’Uroboro, cerchio dell’eterno ritorno, insieme con il motto: “NELL’UNITÀ” il quale sintetizza il ricongiungimento di ogni alterità al principio primo o Pietra Filosofale.
Non “CANONICI” ma “FRATELLI” della Cattedrale di Ampurias, quasi una setta, un gruppo scelto, una fratellanza.
Questo importante documento ha indotto quindi una ricerca, tuttora in corso, che investe i manoscritti, i memorabilia, e soprattutto i testi dell’imponente biblioteca storica. La caccia è aperta!
La mostra “SEGRETI E MAGIA DELLA ALCHIMIA MISTICA” è il primo risultato che testimonia la presenza dei testi legati alla materia alchemica, conservati nell’antica biblioteca di Castelsardo. Accanto alle opere a trattazione teologica e giurisprudenziale, storica e letteraria, ve ne sono altri che si discostano dalle pubblicazioni destinate alla formazione del clero nei secoli XVI e XVII.
L’esposizione delle opere di stampa, allestita nei suggestivi ambienti dell’Antico Seminario, nel cuore del borgo medievale, presenta una scelta di un centinaio circa di esemplari tratti dalla collezione: tra i più interessanti: l’EVANGELO di Erasmo da Rotterdam, stampato a Basilea nel 1523; una BIBLIA stampata a Venezia, presso l’officina dei Giunti nel 1579, particolare per il testo confrontato con i manoscritti più antichi e con le Bibbie ebraiche; la HISTORIA D’ITALIA, opera del Guicciardini del 1562; l’INDEX LIBRORUM PROHIBITORUM DEL 1542; ed ancora la particolare opera DISCORSO INTORNO ALLE CARESTIE ed il TRATTATO SULLA PESTE di Marsilio Ficino, datato 1591. Infine il PANARION – ARCA MEDICA VARIIS, di Giovanni Buseo stampato nel 1611, ETC…
Non ultimi, una serie di volumi più direttamente attinenti ai temi propri della Alchimia Mistica, dei quali potrà agevolmente fruire chi visiterà la mostra.
A questi si aggiungono i Memorabilia dei canonici di Ampurias, quali: le loro vesti, i quadri, le statue, i documenti, i nomi e la storia che accompagneranno il percorso sapienziale.
Museo dell'intreccio mediterraneo
Informazioni
Indirizzo: via Marconi, 07031 Castelsardo, telefono: 079 471380
Ente titolare: Comune di Castelsardo
Gestione: Cooperativa a r.l. "Il Cigno" di Castelsardo
Orari: da novembre a febbraio 9,30-13,00 e 15,00-17,30, lunedì chiuso; marzo 9,30-13,00 e 15,00-18,30, lunedì chiuso; aprile 9,30-13,00 e 15,00-19,30; maggio 9,30-13,00 e 15,00-20,30; giugno e settembre 9,30-13,00 e 15,00-21,00; luglio e agosto orario continuato 9,00-24,00; aperto nelle festività (tranne quelle ricorrenti di lunedì)
Biglietto: € 2 (intero), € 1 (persone in età compresa tra i 10 e i 18 anni, scolaresche e gruppi con più di 20 persone).
Esenzione biglietto: bambini di età inferiore a 10 anni accompagnati dai familiari
Sito internet: in costruzione
e-mail: cignocoop@tiscali.it
Il museo Sede del museo è una suggestiva fortezza militare del XII secolo, eretta dalla famiglia Doria, quale caposaldo strategico del sistema difensivo genovese nell'isola. La raccolta museale, dedicata ai prodotti artigianali realizzati intrecciando fibre vegetali provenienti dall'intera area mediterranea, si configura come vero e proprio centro di documentazione. Il percorso si articola su nove ambienti distribuiti su due piani. Al piano inferiore sono ubicate le sale dedicate prevalentemente alle tecniche di lavorazione, mentre al piano superiore si trovano le sale dedicate agli ambiti d'uso. Nel museo sono esposti, principalmente, splendidi pezzi dell'apprezzata cestineria di Castelsardo, quali corbule, canestri, crivelli e setacci. Particolare spazio è riservato anche ai manufatti realizzati intrecciando fibre vegetali provenienti dalla stessa Sardegna e utilizzati per gli usi della vita quotidiana, la conservazione dei prodotti agricoli, il piccolo allevamento, la pesca e il commercio fino all'ambito magico-religioso, con oggetti e suppellettili di particolare interesse. Tra i percorsi più suggestivi si annoverano il ripristino del medievale camminamento delle sentinelle, che congiungeva il castello con l'antico convento di San Martino, e il riutilizzo del ponte levatoio dopo il restauro dei Bastioni di Manganella. Il museo è unico nel suo genere, per la vastità dell'esposizione, per la particolarità del percorso museale che si svolge all'interno di una fortezza e per la splendida veduta panoramica che si gode dagli spalti. Pezzo forte della collezione è "su fassoi", imbarcazione realizzata intrecciando giunchi lacustri con fieno palustre e chiodi di canne, utilizzata dai pescatori degli stagni di Cabras e Santa Giusta.
Servizi Esiste un servizio di visita guidata su prenotazione e a pagamento (compreso nel prezzo del biglietto solo per gruppi e scolaresche). Un giardino didattico di piante da intreccio, nel quale si è riusciti a contestualizzare i manufatti esposti, permette di svolgere un' importante funzione didattica soprattutto per i bambini. È attivo, all'interno della struttura museale, uno punto informazioni sulla ristorazione, gli alloggi, i trasporti e le manifestazioni culturali. È aperto il bookshop con prodotti editoriali in diverse lingue. Esiste un servizio di guardaroba. Il Castello dei Doria, che ospita il museo, oltre alle magnifiche terrazze possiede altri spazi alternativi a quelli dell' esposizione. Una sala viene utilizzata per ospitare mostre a carattere temporaneo, l'altra sarà destinata a convegni e conferenze. Esistono barriere architettoniche.
Il porto turistico
è situato nel Nord Sardegna ai piedi del borgo medievale di Castelsardo una delle città più suggestive e caratteristiche della Sardegna. Si trova a poca distanza dal Parco Nazionale “Isola dell’Asinara”, tra le più belle isole ed incontaminate del mediterraneo, grazie anche al fatto che per molti decenni e stata destinata a carcere di massima sicurezza. Chi approda nel porto turistico trova servizi ed attrezzature all’avanguardia, assistenza di personale qualificato e può inoltre godere della bellezza del paesaggio in un atmosfera raffinata e rilassante.
Il porto di Castelsardo ha una capacità di 800 posti barca, di cui 380 distribuiti su 8 pontili fissi i restanti su 2 banchine 4 pontili galleggianti.
Servizi:
- rifornimento carburanti
- energia elettrica
- acqua, wc, docce, acqua calda
- assistenza ormeggio
- varo e alaggio lift 50 t
- gru mobile 10 t
- rimessaggio
- scalo di alaggio
- assistenza meccanica ed elettrica
- assistenza medica
- ricarica a.r.a.
- impianto antincendio
- parcheggio auto
- veleria
Caratteristiche tecniche:
Posizione: Lat. 40°54'N; Long 008°42'E
Fondo marino: fangoso
Fondale massimo: mt 4,5
Vento di riferimento: Maestrale
Superficie specchio d'acqua in concessione: 49.016,00 mq
Pontili: 3.770,00 mq
Fari e Fanali:
Fanale a lampi verde: (N° 1462.5) in testata del molo sopraflutto, periodo 1 lampo ogni 3 secondi, portata 4 miglia:
Fanali verde fisso: (N° 1462.6), molo Sant'Antonio; portata 1 miglio oscurato da 090° a 180°.
Fanale a lampi rosso: (N° 1462.4) in testata del molo sottoflutto, periodo 1 lampo ogni 3 secondi, portata 4 miglia.
Radio
Ascolto VHF canale 9 durante orario di lavoro.
Per maggiori informazioni
Visita il Sito: www.portodicastelsardo.com
Rosa dei Venti Hotel si trova sul lungo mare di Lu Bagnu, località a soli 3 Km da Castelsardo. Situato a pochi passi dal mare offre ai suoi ospiti camere accoglienti, confortevoli e ben arredate con ogni confort in formula B&B. La maggior parte delle camere con vista mare e terrazzo sono dotate di servizi privati, aria condizionata, telefono con linea diretta e televisione. Il complesso dispone di: un'ampia zona comune, sala Tv Satellitare, bar, ascensore, veranda esterna e garage coperto.
L'Hotel Rosa dei Venti (Castelsardo) dispone dei seguenti servizi: 32 camere, 10 monolocali, zona comune, sala Tv Satellitare, bar, ascensore, veranda esterna, garage coperto, animali non ammessi, si accettano carte di credito, aperto tutto l’anno, servizio taxi a pagamento, tariffe agevolate, possibilità noleggio auto e moto.
Residence L’Hotel/Residence Rosa dei Venti a Castelsardo, dispone di un’ala dove si trovano dei monolocali da affittare in formula residence. La maggioranza dei monolocali sono con vista mare e terrazzo, sono rifiniti con cura, con ambienti funzionali e confortevoli che possono ospitare da 2.3 a 4 persone, composti di soggiorno, angolo cottura e servizi. Gli interni di ciascun monolocale sono dotati di aria condizionata, telefono diretto e televisione. Il complesso dispone di: un'ampia zona comune, sala Tv Satellitare, bar, ascensore, veranda esterna e garage coperto.
Informazioni
Corso Italia, 47 - Lu Bagnu - Castelsardo (SS)
Agriturismo Monte Istulargiu
Da una collina, affacciati sul golfo dell'Asinara, immersa nel verde della campagna, a pochi passi dal mare, vi aspetta l’Azienda Agricola e Agrituristica Monte Istulargiu. La sua posizione vi offre la possibilità di ammirare, in compagnia di un buon Vermentino di Gallura, i magnifici tramonti sul Golfo dell’Asinara e le lunghe distese di spiagge sulla bassa Valle del fiume Coghinas.
Ristorazione I piatti tipici della nostra azienda sono serviti in un’ampia sala ricevimenti, con veranda vista mare, giardino circostante, parco giochi per bambini, e comodo parcheggio. La sala ristoro spaziosa e luminosa è la location ideale per cerimonie di tutti i generi (battesimi, comunioni, cresime, matrimoni e compleanni), o riunioni di lavoro, meeting, che necessitano di servizio al tavolo, o a buffet. Diversi i menù a disposizione con convenienti condizioni per le scuole e per le comitive.
Equiturismo I nostri cavalli vengono utilizzati per le passeggiate ed in generale per l'attività di maneggio, offerta ai nostri clienti.
Gli alloggi L'Agriturismo Monte Istulargiu situato tra Valledoria e Castelsardo nella Provincia di Sassari, dispone di appartamenti e camere. Gli appartamenti da 4, o 6 posti letto, sono costituiti da veranda con sedie e tavolo, zona soggiorno/pranzo, con divano letto e tv, angolo cottura attrezzato con stoviglie, 2 camere da letto, un bagno con doccia. Le camere da 2, a 4 posti letto, hanno ingresso indipendente, con patio attrezzato, zona soggiorno, con divano letto, bagno privato con doccia, ventilatore, tv a schermo piatto e frigo.
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Azienda agricola ed agrituristica di Cugusi Mario Pino
Loc. Monte Istulargiu - Str. Castelsardo - Valledoria (SS)
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Rasciada Club Villaggio Residence
Il Villaggio Rasciada club sorge direttamente sul mare in un tratto di costa prevalentemente rocciosa, intervallata da incantevoli calette di sabbia. Immerso in una fitta vegetazione dai colori e profumi tipici della macchia mediterranea, è composto da 113 bungalow e camere in muratura, la maggior parte affacciate sullo splendido tratto di mare incontaminato, dotate di climatizzazione, servizi privati, veranda o patio con tavolino e sedie, telefono. A disposizione dei clienti, gratuitamente cassaforte, infermeria, sala TV, piano bar, musica dal vivo con ballo liscio e di gruppo discoteca, piscina bambini e piscina per adulti con acqua marina. Serata con cena tipica Sarda e gruppo folkloristico. Santa Messa domenicale. Possibilità di noleggio auto e di escursione organizzate con guida privata.
Il Ristorante a buffet è sicuramente il piatto forte del Villaggio: abili chef prepareranno ogni giorno piatti prelibati, di cui molti a base di pesce esaltando, con piacevoli coreografie, i profumi della cucina italiana.
Personale qualificato saprà occuparsi degli ospiti piu' giovani, per i quali esiste anche una piscina a loro riservata, lasciando i genitori nel totale e più completo relax. Lo staff di animazione si prenderà cura degli ospiti più giovani suddivisi in gruppi per fasce d’eta’ (Miniclub dai 4 ai 6 anni, Youngclub dai 6 ai 12 anni), nell'attrezzata area riservata dove si svolgeranno ricchi programmi di intrattenimento e tanti sports
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Località Li Paddimi - Castelsardo (SS)
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Centro Sub Castelsardo di Antonello Busceddu Istruttore PADI
Il Centro Sub Castelsardo di Antonello Busceddu, effettua corsi di immersione, e percorsi didattici per l'acquisizione dei Brevetti Internazionali di Specialità. Effettua servizi di: snorkeling, skin diver, discover scuba dive, open water diver, advanced open water diver, advanced plus, emergency first response, rescue diver, dive master. Organizza inoltre escursioni in Gommone
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Castelsardo (SS)
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