Gioielli Sardi
Nell'arte gioielliera e della lavorazione dei preziosi, l'argento è sempre stato il principe dei metalli. Per secoli presente in quasi ogni tipo di lavorazione artistico-artigianale, ha conteso all'oro e alla filigrana il primo posto tra i metalli più richiesti dai laboratori e dai mercati. Questi due metalli nei secoli sono stati accompagnati nella creazione di gioielli a una moltitudine di pietre dure. La fantasia dei maestri orafi li ha anche legati al corallo e da qualche decennio all'ossidiana, pasta di origine vulcanica di colore scuro di cui è ricco il Monte Arci. La produzione artigianale è destinata sia all'ornamento dei tradizionali costumi, come nel caso di bottoni, orecchini, pendagli, spille, anelli e collane, sia al campo religioso nella lavorazione di croci, medaglie e rosari.
Fra le tecniche di lavorazione, la più accurata ed elegante è la filigrana, che oggi conta ancora un piccolo gruppo di “maestri” del settore. Esemplari di gioielli di straordinaria fattura si realizzano, in provincia di Cagliari, a Quartu Sant'Elena, Villacidro, Iglesias, oltre che nello stesso capoluogo.
Documentazione della tradizione millenaria della lavorazione della filigrana è stata ritrovata nelle vestigia della storia sarda: monili realizzati con l'antica tecnica sono stati, infatti, rinvenuti negli scavi archeologici di tutta la Sardegna. Gli accessori del costume femminile erano ispirati ad elementi naturali, a fiori, animali, volatili, astri, o a motivi geometrici, come le spille ornamentali che si appuntavano sul fazzoletto sopra il capo o sulla camicia.
L'ossidiana, invece, riapparsa da poco sul mercato, incuriosisce e stupisce per la sua lucentezza. Dall'Africa alle Americhe, dall'Asia al Mediterraneo, le popolazioni che ne possiedono i giacimenti tramandano da secoli leggende che narrano le proprietà magiche e terapeutiche di questa pietra: in tutti gli angoli del pianeta gli vengono attribuite virtù soprannaturali. Nell'arte orafa, viene utilizzata principalmente come gioiello a pendente.
La gioielleria sarda ha origini molto antiche ed e` costituita da oggetti che sono essenzialmente un elemento chiamato a completare l’abbigliamento tradizionale. Le forme dei numerosi tipi di gioiello denunciano l’antichita` e la molteplicita` degli influssi culturali da cui derivano. Tra i molti gioielli sardi si possono distinguere 15 tipologie principali:
ACCESSORI DELL’ABBIGLIAMENTO
Sono cinture, catene, portachiavi, sottogola, da tempo immemorabile considerati gli accessori dell’abbigliamento tradizionale sia maschile che femminile in quasi tutti i centri della Sardegna.
I motivi prevalenti in questo tipo di gioiello sono quelli del cuore e degli uccelli; sono entrambi riprodotti in forme essenziali e stilizzate e riproducono modelli antichi di secoli, probabilmente risalenti adarchetipi altomedioevali che si ritrovano nei corredi che l’archeologia ci restituisce. In genere questi accessori sono realizzati in argento,molto piu` rari gli esemplari in oro.Sono comunque diparticolare bellezza e varieta`. Si trovano in diverse tipologie e in particolare come completamento dell’abbigliamento tradizionale di alcuni villaggi:
- le catene d’argento sul grembiule tipiche del costume femminile di Uras;
- le catene d’argento che uniscono i bottoni del gilet maschile nel costume di Uras;
- la catena d’argento da portare in vita in occasione del matrimonio, la cui ultimamaglia veniva infilata al ditodegli sposi; ancora utilizzata a Selargius durante il cosiddetto ‘‘matrimonio selargino’’;
- ganci d’argento con catenelle (is ganceras) per chiudere il busto nel costume femminile di San Sperate e di Selegas;
- i ganci d’argento, chiamati gancios de frenu, del costume femminile di Villagrande Strisaili;
- lo stesso accessorio che nel costume femminile di Atzara viene chiamato sa gancera de prata;
- i ganci che adornano il costume femminile di Gavoi, dove sono detti sos canzos de pratta;
- a Lanusei lo stesso accessorioe` chiamato sos gancios;
- i ganci d’argento nel grembiule nel costume femminile di Tonara.
In alcuni costumi femminili oltre i ganci si trovano catene d’argento; in particolare:
- una catena d’argento che si chiude sul petto a forma di emme chiamata sa cadena de emma nei costumi femminili di Ittiri e di Ossi;
- sa cadenazza e` invece chiamata la catena d’argento del costume femminile di Aritzo;
- sa ganceria costituita da una cinta in argento a cerchietti tipica del costume femminile di Sanluri;
- gemelli di corallo tenuti da una catenella d’argento ai polsini della camicia nel costume maschile di Olbia;
- la tripla catena d’argento tenuta da ganci che chiude il cappottino nel costume maschile di Monserrato.
AMULETI
Questo tipo di gioielli, universalmente diffuso in Sardegna, risale a pratiche magiche antichissime contro il malocchio presenti nella cultura dell’isola. Sono in genere realizzati in materiali naturali reperibili nell’area mediterranea come le conchiglie, le pietre dure, la pasta vitrea, l’ambra, il corallo, il cristallo e altro.
Tutti gli amuleti sono in genere montati in argento; l’elemento apotropaico utilizzato viene incastonato o legato o agganciato a un insieme di catenelle d’argento che hanno la funzione di metterlo in evidenza.