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Musei di Sassari :: I più importanti Musei della Città di Sassari e le Aree di interesse storico culturale all'interno di Sassari e nei suoi immediati dintorni. - Le Vie della Sardegna :: Partendo da Sassari Turismo, Notizie Storiche e Attuali sulla Sardegna, Sagre Paesane e Manifestazioni Religiose, Cultura e Cucina Tipica Sarda, Monumenti da visitare, Spiagge e Montagne dell'Isola. Turismo in Sardegna, itinerari enogastrononici e culturali, suggerimenti su B&B, Agriturismi, Hotel, Residence, Produttori Prodotti Tipici, presenti nel territorio. Informazioni e itinerari su dove andare, cosa vedere, dove mangiare, dove dormire sul Portale Sardo delle Vacanze e dell'Informazione. Sardegna Turismo dove andare e come arrivare, tutte le notizie che vuoi conoscere sull'Isola più bella del Mediterraneo. Scopri sul Portale Le Vie della sardegna le più belle località turistiche dell'Isola e la loro storia, i personaggi illustri e di cultura nati in terra Sarda.

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Musei di Sassari :: I più importanti Musei della Città di Sassari e le Aree di interesse storico culturale all'interno di Sassari e nei suoi immediati dintorni.

Località > Sassari > Sassari
Sassari museale e Sassari culturale: un unico marchio identifica i principali siti e luoghi della cultura civica. Il nome Thàmus nasce dall’incontro tra il toponimo medievale della città di Thatari e il circuito museale, racchiudendo in sei lettere l’identità, la cultura e la storia di Sassari. Il marchio riproduce la decorazione del soffitto dell’atrio di ingresso al teatro del Palazzo di Città (nella foto), sede del Museo della Città. La Volta di Palazzo di Città a Sassari.

Sassari museale e Sassari culturale: un unico marchio identifica i principali siti e luoghi della cultura civica. Il nome Thàmus nasce dall’incontro tra il toponimo medievale della città di Thatari e il circuito museale, racchiudendo in sei lettere l’identità, la cultura e la storia di Sassari. Il marchio riproduce la decorazione del soffitto dell’atrio di ingresso al teatro del Palazzo di Città (nelle foto), sede del Museo della Città.

La rete culturale Thàmus suggerisce al visitatore un itinerario che coinvolge, oltre al Museo della Città, il Palazzo Ducale, il Castello Aragonese con il Barbacane, il Palazzo dell’Insinuazione, il Palazzo d’Usini, il Palazzo dell’Infermeria San Pietro, la Fontana di Rosello e, in territorio extraurbano, l’area archeologica di Monte d’Accoddi e la domus de janas di Montalè a Li Punti.

Orari Sassari Museale e Culturale

il Museo del Palazzo di Città a Palazzo di Città
martedì mattina dalle 10 alle 13, dal mercoledì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18
domenica mattina 10/13, lunedì e festivi chiuso

l'area di scavo archeologico del Barbacane del Castello Aragonese
martedì mattina dalle 10 alle 13, dal mercoledì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18
domenica mattina 10/13, lunedì e festivi chiuso

il Museo della Città nelle sedi delle Stanze e degli scavi archeologici delle Cantine del Duca a Palazzo Ducale;
dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, sabato mattina 10/13, sabato pomeriggio,
domenica , lunedì e festivi chiuso.

l'area monumentale della Fontana di Rosello
martedì mattina dalle 10 alle 13, dal mercoledì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18,
domenica mattina 10/13, lunedì e festivi chiuso

l'area archeologica di Monte d’Accoddi
dal martedì al sabato dalle 9 alle 19 ,
domenica mattina 9/14, lunedì e festivi chiuso

le domus de janas di Montalè
apertura solo su appuntamento,
domenica e festivi chiuso

il centro urbano su appuntamento



Palazzo di Città Corso Vittorio Emanuele II - Via Sebastiano Satta 13

Museo della Città – Palazzo di Città

Il Palazzo di Città sorge sulla stessa area in cui nella seconda metà del XIII secolo venne costruito il Palazzo Comunale, che rappresentava il potere e le istituzioni della città di Sassari. Il palazzo si affacciava sulla “Ruga de Cotinas”, oggi corso Vittorio Emanuele II, arteria commerciale compresa tra la porta Castello e la porta di San Biagio. Si presentava, come molti palazzi prospettanti sulla stessa strada, con una fronte porticata, attraverso la quale ci si immetteva nella loggia, un vasto salone nel quale si riuniva il Consiglio Maggiore che in età comunale era presieduto dal Podestà. Il palazzo era sede degli uffici comunali e dell’archivio che per secoli conservò la storia e le memorie cittadine, nonostante i gravi danni subiti nel 1527 e nel 1780.

L’antico Palazzo Comunale mantenne quasi inalterato il suo volto per secoli, fino al suo abbattimento avvenuto nel 1826. I lavori di ricostruzione, su progetto dell’ingegnere Giuseppe Cominotti, iniziarono nel 1826 per concludersi quattro anni dopo, come attesta l’iscrizione dedicatoria visibile sul portone principale. Il palazzo continuò ad ospitare la Municipalità cittadina fino al trasferimento presso il Palazzo d’Usini nel 1878. A fine Ottocento, per volere del Sindaco Mariotti, il palazzo venne restaurato e abbellito; in quella occasione il pittore Andrea Marchisio dipinse un affresco neobarocco nella sala Consiliare, occultando un precedente affresco dipinto nel 1851 da Pietro Bossi. Nel 1947 le fatiscenti strutture lignee originarie e l’apparato ornamentale furono smantellati e il teatro perse così la fisionomia ottocentesca, ripristinata nell’ultimo intervento di restauro conclusosi nel 2006.
Oggi le sale del Palazzo di Città, sede del Museo della Città, offrono al visitatore un percorso espositivo museale diviso in due sezioni. L’ala ovest, con ingresso dal corso Vittorio Emanuele II, offre un’immediata rappresentazione dei luoghi, della memoria e dell’identità cittadina. Sempre al piano terra, la sala “Forma e Immagine” offre la ricostruzione grafica del nucleo urbano all’interno della cinta muraria e una raccolta di immagini fotografi che risalenti all’Ottocento e al Novecento. I piani superiori ospitano una saletta didattica che propone filmati storici della festa dei Candelieri e la sala dedicata ai Candelieri nella quale vengono proposti i suoni e le azioni sceniche della festa. L’ala est del palazzo, con accesso dalla via Sebastiano Satta, ospita gli allestimenti sul tema dell’abbigliamento tradizionale nella vita quotidiana tra città e campagna e la sala dedicata alla religiosità cittadina, con particolare riferimento ai riti della Settimana Santa, e alle espressioni tipicamente popolari della festa come il Carnevale. I due aspetti della tradizione cittadina sono ben rappresentati nella sala dalle opere di Eugenio Tavolara (1901-1963): il corteo della “Processione dei Misteri” (1928) e la “Mascherata Sassarese“(1937).

Ente titolare: Comune di Sassari
Gestione: Comune di Sassari
Informazioni Palazzo di Città Corso Vittorio Emanuele II - Via Sebastiano Satta, 13 - tel. + 39 (0)79 2015122

Lo consigliamo perchè? Il Palazzo di Città sorge sulla stessa area in cui nella seconda metà del XII secolo venne costruito il Palazzo Comunale, che rappresentava il potere e le istituzioni della città di Sassari. Realizzato tra il 1826 ed il 1829 su progetto dell’architetto piemontese G. Cominotti, oggi il Palazzo di Città è sede del Museo della Città, il cui percorso espositivo offre una rappresentazione dei luoghi, della memoria e dell’identità urbana attraverso i secoli. Ospita le sale del Teatro Civico, ispirato al Carignano di Torino.


Sale espositive
Palazzo della Frumentaria, Via delle Muraglie, 2
Apertura in occasione di mostre. Da martedì a domenica. Chiuso il lunedì e festivi.
h. 10.00 - 13.00/17.00 - 20.00
+39 (0)79 200345

Orari a partire dal 25 marzo 2016
il Museo del Palazzo di Città a Palazzo di Città
martedì mattina dalle 10 alle 13
dal mercoledì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18
domenica mattina 10/13 lunedì e festivi chiuso

Orari ingresso e visita guidata
Dal martedì al sabato
10.00 - 13.00 / 17.00 - 20.00
Domenica 10.00 - 13.00
Chiuso lunedì e festivi

Info:
+39 079 2015122 / +39 331 4377156

Biglietto ingresso e visita guidata:
Intero € 3,00
Ridotto € 2,00
Scolaresche € 1,50
Mail: museodellacitta@comune.sassari.it


Sala Espositiva Palazzo di Città - Museo della Città Corso Vittorio Emanuele II - Via Sebastiano Satta 13 Sassari.
Sala Espositiva Palazzo di Città - Museo della Città Corso Vittorio Emanuele II - Via Sebastiano Satta 13 Sassari.
Museo della Citta - Palazzo della Frumentaria via delle Muraglie 2 Sassari.
Museo della Citta - Palazzo della Frumentaria
Attraverso la Porta Rosello ci si immette nell’omonima strada, all’inizio della quale si trova l’edificio che fino al 1833 era destinato all’ammasso (ensierro) del grano. Il grande magazzino raccoglieva e conservava per un anno l’importante riserva di grano da utilizzarsi in caso di carestie o assedio. L’edificio è costituito da due stabili fra loro similari, strutturati su due piani non comunicanti, che presentano una differente impostazione degli spazi. Quello inferiore è caratterizzato da tre vasti saloni a pianta rettangolare coperti da basse volte a botte, fra loro comunicanti, ai quali si accede attraverso quattro porte aperte nel prospetto frontale. Nell’attigua via delle Muraglie una rampa di scale consente di accedere ai saloni del piano superiore, che presenta un soffitto ligneo sorretto da grandi arconi a tutto sesto che lo rendono più luminoso ed arieggiato grazie anche agli ampi finestroni rettangolari aperti frontalmente e sui fianchi dell’edificio.



La Frumentaria fu costruita in due fasi, la prima dal 1597 al 1598 e la seconda dal 1607 al 1608. Il palazzo è stato dotato di due sale espositive di circa che ospitano mostre legate sia alla tradizione dell’arte figurativa sarda, sia al mondo artistico internazionale. Il piano inferiore offre spazi adeguati anche all’attività laboratoriale e didattica del Museo della Città.

La Frumentaria rappresenta il primo esempio di deposito annonario appositamente costruito in Sardegna per la custodia del grano da encierro, ovvero lo stoccaggio del fabbisogno annuale delle città. La parola spagnola encierro, letteralmente “chiusura”, si riferisce alla procedura imposta ai produttori di grano dai rispettivi municipi in relazione all’approvvigionamento annonario. Con la Carta del 13 gennaio 1362 Pietro il Cerimonioso estendeva il privilegio della Frumentaria alla città di Sassari, con facoltà di poter conservare ogni anno 6.000 rasieri di grano nuovo, equivalenti a 18.000 starelli. Con la Carta del 30 ottobre 1518 la città vedrà riconfermato il diritto di poter ammassare sino ad un tetto massimo annuale di 4.000 rasieri, equivalenti a 12.000 starelli. Sassari è l’unica delle città sarde che godono del privilegio dell’encierro ad intraprendere la costruzione di un magazzino da destinare all’ammasso cerealicolo. Tra cedimenti strutturali e riparazioni la Frumentaria mantenne nel tempo, sino al 1833, la funzione di magazzino destinato all’ammasso civico. Oggi la Frumentaria rappresenta l’unica testimonianza superstite degli interventi pubblici apportati nell’area di Porta Macello nella stagione di grandi mutazioni urbanistiche vissuta dalla città tra il XVI ed il XVII secolo. Non a caso l’insediamento della Frumentaria interessa quest’area: si tratta del settore cittadino che, proprio in virtù di una serie di investimenti per infrastrutture pubbliche tra la fine del XVI e la metà del XVII secolo, accentuerà la sua funzione di area di servizi con la presenza del nuovo Macello, della Pescheria e della Casa del Peso, dove si misurava il grano che veniva avviato ai mulini e la farina che rientrava in città.

Il palazzo fu edificato da maestranze locali in due riprese: tra il 1597 e il 1598 fu costruito il primo corpo e tra il 1607 e il 1608 il secondo. La struttura è costituita da due stabili fra loro similari, sia per le dimensioni che per la pianta rettangolare, strutturati su due piani non comunicanti che presentano una differente impostazione degli spazi. Il piano inferiore è caratterizzato da tre vasti saloni a pianta rettangolare coperti da basse volte a botte, fra loro comunicanti, ai quali si accede attraverso quattro porte aperte nel prospetto frontale. Nell’attigua via delle Muraglie una rampa di scale consente di accedere al salone del piano superiore, il quale presenta un soffitto ligneo sorretto da grandi arconi a tutto sesto che lo rendono più luminoso ed arieggiato, grazie anche agli ampi finestroni rettangolari aperti sulla facciata e sui fianchi dell’edificio. Dal 1833 l’edificio non venne più utilizzato quale magazzino per il grano e assunse di volta in volta diverse funzioni, pur continuando ad essere per i sassaresi un luogo rappresentativo dello spirito pubblico cittadino. A seguito del recupero, conclusosi nel 2000, il palazzo è stato dotato di due sale espositive di circa 500 mq e ospita ogni anno mostre legate sia alla tradizione dell’arte figurativa sarda, sia al mondo artistico internazionale. Il piano inferiore offre spazi adeguati anche all’attività laboratoriale e didattica del Museo della Città.

Informazioni
Via delle Muraglie, 2
Ingresso e visita guidata
Dal martedì alla domenica 10.00 - 13.00 / 17.00 - 20.00
Chiuso il lunedì e festivi

Sassari Palazzo Ducale Piazza del Comune
Palazzo Ducale
Il Palazzo Ducale fu eretto nel 1775 per conto del Duca di Vallombrosa, Don Antonio Manca, e venne concluso nel 1806, un anno dopo la morte del committente. Il Palazzo, costruito su un’area già occupata da cinque case preesistenti, rappresenta uno dei massimi esempi di architettura civile architettura civile con funzioni pubbliche. La facciata si presenta scompartita da lesene e suddivisa da fasce marcapiano sulle quali corrono le finestre di differenti tipologie: quelle del seminterrato sono legate con semplici fasce a quelle del piano sopraelevato; le finestre del piano nobile si caratterizzano per i timpani ricurvi e per quelli triangolari che le sormontano. Concludono la sequenza le rimanenti aperture dell'ultimo piano che sono incorniciate da un originale motivo di gusto rococò, ripreso successivamente in altri edifici cittadini. La finestra centrale dell'ultimo piano, tuttora murata, doveva incorniciare lo stemma unitamente alla iscrizione con i titoli del Duca che oggi si può ammirare nel cortile all’ interno del palazzo. Il balcone centrale è invece un'opera realizzata nel 1908. Tramite il portale principale si entra nello scenografico androne con volte complesse e scalone a tenaglia che consente di salire al piano nobile, con numerose sale di notevole interesse, tra cui l’antica cappella e la Sala Consiliare, originariamente la sala da ballo e di ricevimento del Duca, le cui finestre consentono la vista al sottostante cortile interno. Nel palazzo è esposta la tela che rappresenta il regnante Carlo Alberto eseguito dal pittore Giovanni Marghinotti (1798 - 1865). Di fronte al palazzo è localizzata la carrozzeria che si caratterizza per l'ampio portale sul quale è esposto lo stemma della famiglia Manca. Strutturalmente il palazzo non ha subito sostanziali variazioni nel corso dei due secoli, mentre le successive utilizzazioni hanno portato ad una modificazione dell'articolazione interna degli spazi che ne hanno mutato l'immagine originaria.

II Palazzo del Duca dell’Asinara, attualmente sede del Municipio, è sorto tra il 1775 e il 1805 ad opera di maestri lombardi. Rappresenta il massimo esempio di architettura civile con funzioni pubbliche presente in città. L’androne settecentesco introduce il visitatore al piano nobile, con numerose sale di notevole interesse, tra cui la Sala Consiliare, originariamente la sala da ballo e di ricevimento del Duca e l’antica cappella.

Le Stanze del Duca - Piazza del Comune
La sezione museale “Le Stanze del Duca” si propone di completare e arricchire la visita dell’edificio, di illustrare la storia della più importante residenza civile di Sassari e della vita che si svolgeva al suo interno nella prima metà dell’Ottocento. Un percorso suggestivo e scenografico che vuole rievocare l’organizzazione e le funzioni degli ambienti al tempo del Duca, con oggetti che ne illustrano la vita quotidiana. Tra i reperti esposti diversi recipienti di maiolica sassarese ed altre maioliche policrome italiane coeve.

La sezione museale “Le Stanze del Duca” completa e arricchisce la visita a Palazzo Ducale. Il percorso espositivo illustra la storia della più importante residenza civile di Sassari e della vita che si svolgeva al suo interno nella prima metà dell’Ottocento. L’allestimento si sviluppa su tre stanze collegate tra loro, con ingresso dall’atrio del palazzo, lato sinistro: un percorso suggestivo e scenografico che vuole rievocare l’organizzazione e le funzioni degli ambienti al tempo del Duca. Il Palazzo Ducale fu eretto nel 1775 per conto del Duca di Vallombrosa, Don Antonio Manca, e venne concluso nel 1806, un anno dopo la morte del committente. Il primo vano è dedicato alla storia dell’area nella quale si trova il palazzo: gli scavi eseguiti durante i lavori per i sottoservizi in piazza Santa Caterina hanno infatti portato in luce i resti di abitazioni risalenti al XV-XVI secolo. Tra i reperti esposti diversi recipienti di maiolica sassarese ed altre maioliche policrome italiane dello stesso periodo. Le ultime due stanze sono invece dedicate alle residenze della famiglia Manca, dal Palazzo d’Usini al Palazzo Ducale, con oggetti che ne illustrano la vita quotidiana: servizi da mensa di varia produzione, pentole e tegami per la cucina, recipienti da dispensa, recipienti da farmacia e per l’igiene personale, ma anche oggetti particolari come le due pistole esposte nell’ultima stanza. I reperti prefigurano anche le relazioni culturali e commerciali dell’epoca con ceramiche di provenienza italiana, soprattutto ligure e napoletana, provenzale, svizzera e inglese.

Le Cantine del Duca - Piazza del Comune
Gli ambienti, situati al di sotto dei piani pavimentati, sono stati messi in luce a seguito di due indagini archeologiche (1985 e 2006). Tra i vani scantinati, probabilmente pertinenti ad abitazioni cinquecentesche, si snoda un percorso che attraversa cisterne, pozzi e pozzi neri, lungo una passerella sospesa sulle cantine del palazzo la cui architettura singolare rende il luogo suggestivo e capace di suscitare grande emozione.

Le Stanze del Duca sono situate al piano terra, lato sinistro del Palazzo, completano l'altra parte della sezione museale "Le Cantine del Duca", situate invece al primo piano sul lato destro e inaugurate nell'aprile del 2011. Per questa sezione museale gli scavi del Palazzo, condotti dalla Soprintendenza nel 1995 e nel 2005, hanno messo in luce al di sotto dei piani pavimentali, cinque vani scantinati probabilmente pertinenti ad abitazioni cinquecentesche, abbattute per far posto alla costruzione del primo palazzo nobiliare dei Manca e successivamente riutilizzate all’interno del nuovo palazzo costruito dal Duca dell’Asinara. Il percorso si snoda lungo una passerella sospesa sulle cantine del palazzo la cui architettura singolare rende il luogo suggestivo e capace di suscitare grande emozione. Tra cisterne, pozzi e pozzi neri, attraversa gli ambienti sotterranei ed è arricchito da pannelli, disegni e immagini multimediali.

Informazioni
Piazza del Comune - 079 279970

Orari ingresso e visita guidata
Dal martedì al venerdì
10.00 - 13.30 / 16.30 -19.30
Sabato 9.30 - 13.00
Chiuso lunedì, domenica e festivi
Visite ogni 30 minuti per max 20 persone

Info:
+39 331 4377156
Biglietto ingresso e visita guidata:
Intero € 3,00
Ridotto € 2,00
Scolaresche € 1,50
Mail: museodellacitta@comune.sassari.it




Il museo Il Palazzo di Città offre un percorso espositivo articolato in due sezioni: l’ala ovest e l’ala est, accessibili rispettivamente dal Corso Vittorio Emanuele II e da Via Sebastiano Satta. L’ala ovest ospita al piano terra la sala “Memoria e Identità”, che offre una immediata rappresentazione dei luoghi, della memoria e dell’identità cittadina, e la sala “Forma e Immagine”, che propone la rappresentazione grafica del nucleo urbano all’interno della cinta muraria e una raccolta di immagini fotografiche otto-novecentesche. Dal primo piano, attraverso lo scalone monumentale, si accede alle sale di rappresentanza, tra le quali spicca la sala dell’ “Intregu”. Qui si svolge la cerimonia di omaggio dei Gremi alle Autorità in occasione della “Faradda”dei Candelieri del 14 agosto. Ai piani superiori sono presenti una saletta didattica e la sala dedicata ai Candelieri, mentre, negli ambienti del sottotetto, sorretto dalle travature lignee originarie, trova sede il meccanismo dell’orologio datato 1867, perfettamente funzionante. L’ala est ospita il Centro di documentazione sulla storia della città. Nei due piani superiori trovano spazio gli allestimenti sul tema dell’abbigliamento tradizionale nella vita quotidiana tra città e campagna. Il primo piano propone riproduzioni di abiti della classe abbiente cittadina dei primi anni venti dell’Ottocento, insieme ad acquerelli di Giuseppe Cominotti (1792 –1833) che li illustrano. Nella stessa sala sono esposte riproduzioni di bottoni ed ornamenti d’argento realizzati da artigiani locali. Il secondo piano ospita fogge di abbigliamento di popolani adulti, di fanciulli e di donne che esercitavano umili mestieri e piccoli commerci. Al terzo piano sono allestite la sala “Sacro e Profano”, articolata in due sezioni dedicate alla religiosità cittadina, con particolare riferimento ai riti della Settimana Santa e alle espressioni tipicamente popolari della festa, come il Carnevale. I due aspetti sono ben rappresentati nella sala delle opere di Eugenio Tavolara (1901-1963) con il corteo della “Processione dei Misteri” (1929) e la “Mascherata Sassarese” (1937). Il Palazzo di Città, in quanto luogo privilegiato di rappresentanza e di custodia della memoria e dell’identità, è il cuore della municipalità di Sassari. E’ inoltre sede del teatro civico, le cui pregevoli forme architettoniche risalgono alla rifondazione ottocentesca. Visite guidate. Non esistono barriere architettoniche. Il Palazzo di città è sede dell’Ufficio Informazioni Turistiche del Comune “Infosassari”.

Alcune informazioni e immagini sono tratte dal sito del Comune di Sassari.

Museo Nazionale Archeologico-Etnografico "G. A. Sanna"  informazioni turistiche e culturali sui musei presenti nella città di Sassari. Dove andare al Museo e Come arrivare.
Museo Nazionale Archeologico-Etnografico "G. A. Sanna"
Il Museo Nazionale "Giovanni Antonio Sanna" di Sassari è la principale istituzione museale della Sardegna centro-settentrionale per dimensioni e importanza scientifica delle sue raccolte, nonché un importante riferimento culturale per il nord dell’Isola. Le strutture e le funzioni del Museo dipendono direttamente dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro che assicura la conservazione e la fruizione dei beni custoditi nel Museo; promuove mostre, convegni e manifestazioni; cura la pubblicazione di cataloghi, monografie, descrizioni generali e guide del Museo; assicura il raccordo con le istituzioni scolastiche, anche attraverso la realizzazione di attività nelle scuole e mostre tematiche. A tali compiti sono finalizzati: il Laboratorio di Restauro, i Servizi Educativi, il Catalogo, gli Archivi (cartaceo e fotografico), la Biblioteca, gli uffici Amministrativo e del Personale. Ospitato in un edificio di gusto neoclassico (della fine degli anni Venti del secolo scorso) - cui si raccorda una moderna e luminosa struttura contemporanea - il Museo è inserito in un curatissimo giardino lungo la via Roma, a breve distanza dall’elegante piazza d’Italia e dal centro storico medievale.

Il Museo Sanna di Sassari è stato, fin dalle sue origini, un organismo polivalente; infatti, pur se le collezioni archeologiche, provenienti dai primi scavi dell’inizio dell’Ottocento nel sito della colonia romana di Turns Libisonis a Porto Torres, come pure da raccolte private e da donazioni, hanno sempre costituito la parte prevalente, già dal Regio Decreto del 26 maggio 1878 con il quale venne istituito il Regio Museo Antiquario esso comprendeva, oltre al materiale archeologico, una pinacoteca con ben 250 dipinti, lasciata in legato testamentario dal benemerito mecenate Senatore Giovanni Antonio Sanna. Altri incrementi ed acquisizioni si verificarono nel corso del successivo cinquantennio, fra i quali importantissimo, nel 1931, quello del terreno sul quale sorge ora il complesso museale, finché con il Regio Decreto n. 284 del 19 febbraio 1931 venne sancita la nascita del Regio Museo di Antichità ed Arte Giovanni Antonio Sanna nell’edificio appositamente costruito. Da allora si registra un notevole incremento delle collezioni archeologiche ed etnografiche, queste ultime soprattutto attraverso la donazione delle ricche raccolte Zely Bertolio e Gavino Clemente, tanto che si dovette procedere alla costruzione di nuovi padiglioni per ospitarle; i lavori hanno avuto luogo dal 1966 al 1973, quando il Museo venne riaperto con assetto nuovo e moderno, esponendo in un’ala distinta il materiale etnografico e la pinacoteca e dando ampio spazio all’archeologia, continuamente incrementata dagli scavi archeologici condotti dalla Soprintendenza, istituita nell’aprile 1958. L’allestimento attuale del Museo Sanna è del 6 dicembre 1986, dopo altri lavori di adeguamento strutturale ed a seguito di alcune necessarie modifiche ed ampliamenti, in particolare alla sezione preistorica, per le molte importanti scoperte di questi ultimi anni. Perciò anche se nella sua storia, legata alle vicende della Soprintendenza Archeologica, è stata predominante l’archeologia, non si può mancare di sottolineare come l’etnografia e l’arte costituiscano parte integrante del Museo Sanna, sia nel suo passato che nella sua presente gestione e certamente nel suo sviluppo avvenire. Il Museo «G.A.Sanna» quale oggi si può visitare è stato allestito da Ercole Contu e inaugurato nel maggio 1973. Dopo un periodo di parziale chiusura per lavori in corso dall’autunno 1980, è stato aggiornato e riaperto nel dicembre 1986.

Informazioni
Museo Nazionale Archeologico-Etnografico "G. A. Sanna"
Via Roma 64 - 07100 Sassari, Italia
Tel. 079-27.22.03 - fax 079-27.15.24
Orario di apertura:
Chiusura settimanale il lunedì
Orario continuato 9.00/20.00 dal martedì alla domenica
la biglietteria chiude alle ore 19.30

  • Si informano i gentili visitatori che dal mese di agosto 2015 il Museo Nazionale “G.A. Sanna” di Sassari è aperto dal martedì al sabato, dalle 9.00 alle 20.00.
  • Nei giorni festivi l'apertura avverrà solo al mattino dalle 9.00 alle 14.00, con l'eccezione della prima domenica del mese in cui l'ingresso sarà dalle 9.00 alle 20.00 e gratuito.
  • Chiuso il 1 gennaio, il 1 maggio e il 25 dicembre.

Per maggiori informazioni e curiosità visita il sito:





Il Museo Storico della "Brigata Sassari" è sito presso la Caserma La Marmora a Sassari in P.zza Castello.
Museo Storico della "Brigata Sassari"
Il museo, realizzato nel 1992 con il supporto scientifico di Manlio Brigaglia e G. Fois dell’Università di Sassari, è ubicato al piano terreno della Caserma “La Marmora”, struttura sorta alla fine del secolo scorso nel sito dell’antico castello aragonese cittadino. Esso è stato realizzato per ricordare le gloriose tradizioni della Brigata “Sassari”, Unità costituita nel 1915 e alimentata con reclutamento interamente su base regionale.



L’esposizione, articolata in cinque sale, si sviluppa nel modo seguente:
  • SALA 1: notizie generali, carte dei testi delle battaglie della 1° Guerra Mondiale e parete d’Onore con citazioni al merito;
  • SALA 2: documentazione fotografica delle principali battaglie sostenute dalla Brigata “Sassari”, esposizione di cimeli e reperti;
  • SALA 3: ricostruzione di parte di una trincea della 1° Guerra Mondiale e documentazione fotografica della guerra in trincea;
  • SALA 4: la vita al fronte, la morte, la prigionia, ed esposizione di cimeli, documenti ed uniformi originali dell’epoca;
  • SALA 5: la Brigata “Sassari” dopo la 1° Guerra Mondiale fino ad oggi, esposizione di documenti e fotografie.

Il Museo Storico della "Brigata Sassari" è sito presso la Caserma La Marmora a Sassari in P.zza Castello.
Orari di apertura Museo
Da Lunedi a Venerdi dalle ore 08.00 alle ore 16.30
Il Sabato dalle ore 08.00 alle ore 13.00
L'ingresso è libero.

P.zza Castello n. 9, 07100 - Sassari (SS).
Per ulteriori informazioni: 079 2085308




Museo Sassari Arte (MUS'A) Piazza Santa Caterina. Mus’a - Pinacoteca al Canopoleno.
Museo Sassari Arte (MUS'A)
Il Mus'a: una Pinacoteca e un Centro d'Arte a Sassari, CANOPOLENO.
Sito monumentale, nel cuore del centro storico di Sassari - in antico racchiuso da una poderosa cinta di mura - che è ben noto agli abitanti della città, ma che lascia stupiti tutti gli altri.



La pinacoteca è allestita all'interno del restaurato ex collegio gesuitico del Canopoleno, storico edificio eretto tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento, nel cuore del centro storico in prossimità dei maggiori e più significativi edifici monumentali della città. L'attigua antica chiesa gesuitica di Gesù e Maria, ora intitolata a Santa Caterina, ne faceva parte integrante. La sua recente costituzione è nata dall'esigenza di rendere fruibile il ricco patrimonio di opere d'arte pervenute allo Stato attraverso una serie di donazioni di privati cittadini, che tranne una piccola sezione esposta nel Museo Archeologico Nazionale G.A. Sanna, giaceva nei depositi. L'esposizione si sviluppa su tre piani e raggruppa oltre quattrocento opere prevalentemente pittoriche suddivise per tematiche (tema religioso, mitologico, storico, ritratto, nature morte, scene di genere etc.), organizzate al loro interno in ordine cronologico e capaci di documentare la produzione di diverse scuole ed artisti italiani ed europei dal medioevo alla metà del Novecento, compresa una significativa rassegna di artisti sardi del primo Novecento ed una ricca sezione di grafica.

Le origini della Pinacoteca cittadina sono piuttosto complesse; essa nasce infatti nel 1875, alla morte del sassarese Giovanni Antonio Sanna, munifico imprenditore e uomo politico, che nel suo testamento scrisse: 'Lego alla città di Sassari, mia patria, tutti i quadri d'arte e gli oggetti archeologici che possiedo [...] Questo legato desidero che possa essere d'incentivo a formare nella mia cara patria un Museo di Antichità'. La cospicua elargizione comprendeva una considerevole raccolta di reperti archeologici e ben 254 quadri, appesi alle pareti di 14 stanze nella sua casa di Sassari sita nell'odierno Emiciclo Garibaldi; vi erano inoltre un rotolo con quattro tele dipinte e undici disegni a matita, tutti di autori e epoche varie.

Per maggiori informazioni e curiosità visita il sito: www.pinacotecamusa.it

Museo Sassari Arte (MUS'A)
Via S. Caterina - Piazza del Comune - Via Canopolo
Pinacoteca Mus´a al Canopoleno
(Museo Sassari Arte) Piazza S. Caterina 4
07100 Sassari, Italia
Tel. 079 231 560

Thàmus Sassari Sistema Museale e Culturale. I Musei di Sassari dove andare come arrivare cosa vedere. Museo Nazionale Sanna.
Thàmus Sassari Sistema Museale e Culturale. I Musei di Sassari dove andare come arrivare cosa vedere. Il vecchio palazzo del Duca dell'Asinara è diventato il nuovo Palazzo del Comune.
Il Castello Aragonese.
Il Barbacane
Dopo la cacciata del podestà genovese, avvenuta nel 1323, i sassaresi stipularono un’alleanza con Barcellona. Ben presto i cittadini mostrarono il loro malcontento verso i nuovi dominatori e ciò portò tra il 1324 e il 1326 alle prime ribellioni. Nel giugno del 1326 si conclusero le ostilità con la firma della pace e furono versati tremila lire di alfonsini agli aragonesi per finanziare la costruzione di un castello, al fine di controllare la città.
La fortificazione venne probabilmente ultimata nel 1331. Venuta meno la sua funzione militare divenne sede dell’Inquisizione dal 1564. La fortezza fu completamente abbattuta tra il 1877 e il 1880 per far posto alla caserma “La Marmora”. Tra la metà del 1400 e il 1503 fu realizzato il barbacane, una nuova struttura difensiva all’interno del fossato, sotto la facciata del Castello, funzionale alla difesa e all’attacco con le nuove armi da fuoco. Gli scavi archeologici ne hanno riportato in luce l’intera struttura, costituita da due corridoi sovrapposti lunghi circa 80 metri, l’inferiore dotato di ventisei bocche da fuoco per archibugi. Probabilmente la struttura rimase in uso sino alla fine del XVI secolo, quando il castello perse la sua funzione militare, risultando quasi del tutto interrata alla fine del Settecento. Durante gli scavi in piazza Castello è stato scoperto anche un piccolo ambiente a campana scavato nella roccia, forse in origine un silos del Castello, utilizzato come prigione nel primo periodo dell’Inquisizione.





Informazioni
Piazza Castello
Martedì 10.00 – 13.00
Dal mercoledì al sabato 10.00 - 13.00 / 16.30 - 19.30
Domenica 10.00 - 13.00 Chiuso il lunedì e festivi

Altare prenuragico di Monte d’Accoddi
In un’area pianeggiante, nei pressi di un corso d’acqua e a breve distanza dal mare, si sviluppò nella seconda metà del V millennio (intorno al 4300 a.C) un insediamento caratterizzato da resti di capanne di forma ellittica. Con l’affermarsi della Cultura di Ozieri, nella seconda metà del IV millennio, (3500 a.C.), si sviluppò un villaggio costituito da capanne a pianta quadrangolare, connesso ad un’area di culto megalitica attestata da un menhir e da due tavole sacrificali. Tra la fine del Neolitico e l’inizio dell’Eneolitico (3000-2800 a.C circa) venne decisa la costruzione di un altare denominato “Tempio Rosso”, per la presenza di murature intonacate e dipinte con ocra. Questo primo monumento era costituito da una piattaforma quadrangolare e preceduta da una rampa, sulla quale era ubicata una cella. In seguito, le popolazioni che abitavano nell’area durante l’Eneolitico, edificarono sul “Tempio Rosso” un secondo edificio di maggiori dimensioni denominato “Tempio a gradoni”, datato al 2800 a.C o per alcuni intorno al 2600 a.C. L’altare, unico in Sardegna e in ambito mediterraneo, è costruito con grandi blocchi, ha forma tronco-piramidale ed è preceduto da una rampa. Nell’area ad est del monumento si osservano resti di strutture abitative riferibili alla cultura di Abealzu (2600 a.C.) tra cui una capanna denominata “Capanna dello stregone”. Alla fine dell’Eneolitico l’altare perderà progressivamente il suo ruolo e il suo abbandono definitivo è datato alla prima età del Bronzo (1800 a.C) .

Ingresso e visita guidata
Dal martedì al sabato
Novembre - Marzo 9.00 - 14.00
Aprile - Maggio / Settembre - Ottobre 9.00 - 18.00
Giugno - Agosto 9.00 - 19.00
Domenica 9.00 - 14.00
Chiuso lunedì e festivi

 

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