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San Teodoro :: Paese della Gallura famosissimo per le sue spiagge: Isuledda, Cala d'Ambra, La Cinta, Puntaldìa, e il Parco Marino di Tavolara Punta Coda Cavallo. - Le Vie della Sardegna :: Partendo da Sassari Turismo, Notizie Storiche e Attuali sulla Sardegna, Sagre Paesane e Manifestazioni Religiose, Cultura e Cucina Tipica Sarda, Monumenti da visitare, Spiagge e Montagne dell'Isola. Turismo in Sardegna, itinerari enogastrononici e culturali, suggerimenti su B&B, Agriturismi, Hotel, Residence, Produttori Prodotti Tipici, presenti nel territorio. Informazioni e itinerari su dove andare, cosa vedere, dove mangiare, dove dormire sul Portale Sardo delle Vacanze e dell'Informazione. Sardegna Turismo dove andare e come arrivare, tutte le notizie che vuoi conoscere sull'Isola più bella del Mediterraneo. Scopri sul Portale Le Vie della sardegna le più belle località turistiche dell'Isola e la loro storia, i personaggi illustri e di cultura nati in terra Sarda.

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San Teodoro :: Paese della Gallura famosissimo per le sue spiagge: Isuledda, Cala d'Ambra, La Cinta, Puntaldìa, e il Parco Marino di Tavolara Punta Coda Cavallo.

Località > Olbia Tempio
San Teodoro Spiaggia della Cinta. Il paese di San Teodoro è situato sulla costa nord-orientale della Sardegna, quella che storicamente veniva definita la Gallura d'Oviddè. Il paese è considerato tra le più belle aree di tutta l'Isola, in quanto vanta la presenza di un mare incantavole protetto da pittoresche scogliere granitiche circondate dalla macchia mediterranea.
San Teodoro
Il paese di San Teodoro è situato sulla costa nord-orientale della Sardegna, quella che storicamente veniva definita la Gallura d'Oviddè. Il paese è considerato tra le più belle aree di tutta l'Isola, in quanto vanta la presenza di un mare incantavole protetto da pittoresche scogliere granitiche circondate dalla macchia mediterranea.

Abitanti: 3.103
Superficie: kmq 104,87
Provincia: Olbia-Tempio
Municipio: piazza Lussu, 1 - tel. 0784 - 860999
Guardia medica: via Sardegna, 1 0784 866104
Polizia municipale: Via Grazia Deledda - tel. 0784 860999
Ufficio postale: piazza Gallura, 2 - tel. 0784 865724
San Teodoro chiesa patronale informazioni turistiche e informazioni
Paesaggi da scoprire
Il paese di San Teodoro è oggi conosciuto per essere una delle mete più ambite del turismo in Sardegna. Il paese offre al turista tantissimi servizi che vanno dalle innumerevoli strutture alberghiere ai divertimenti su spiaggia e alle escursioni nelle zone interne. Sarà sicuramente suggestiva una passeggiata nel centro del paese dove si potranno visitare le chiese di Sant'Andrea e Sant'Antonio. Il borgo è inoltre rinomato per la sua vita notturna e per la presenza delle più grandi ed esclusive discoteche della costa nord occidentale della Sardegna. Il visitatore sarà inoltre affascinato dal bellissimo tratto di costa che circonda il paese. Una delle spiagge maggiormente conosciute e ammirate dai turisti è la spiaggia della Cinta. A San Teodoro è inoltre presente il Museo delle civiltà del mare. Di fronte al paese è inoltre possibile, visitare l'area marina protetta di Tavolara, una delle località più esclusive e incontaminate della Sardegna. Il territorio è in prevalenza collinare, infatti l'unica montagna è costituita dal massiccio granitico del Moltinieddu, caratterizzato da valli solcate da limpidi torrenti, suggestive cascate e da terrazze panoramiche che si affacciano sul mare. L'origine del nome è ancora incerta e discussa. Dai ritrovamenti archeologi del territorio è certa la presenza di popolazioni in questa zona a partire dal periodo neolitico. Il territorio ha continuato a popolarsi per tutto il periodo successivo anche grazie alla posizione strategica. Sino ai primi anni del 1900, San Teodoro faceva parte del comune di Posada. Successivamente venne riconosciuto comune autonomo e dagli anni '60 comincia in questa zona una straordinaria riorganizzazione urbanistica che ha portato il centro ad essere oggi una delle mete più ambite dai turisti nell'Isola. La struttura urbanistica del paese rispecchia l'architettura tipica della Costa Smeralda, composta da case basse e materiali tipici quali trachite e granito. Lungo tutto il paese si possono individuare diverse piazze in stile moderno e diversi luoghi verdi e ricchi di fiori colorati.

Eventi a San Teodoro
Festa di Sant'Andrea, 4 - 5 giugno
La festa si tiene in onore del Santo della frazione di Montepetrosu.
Festa di Sant'Antonio, 11 e 12 giugno
La festa si tiene in onore del Santo della frazione di Straulas.
Festa di San Teodoro, 17 - 19 giugno
E' la festa più antica del paese e ha una durata di tre giorni. Alle celebrazioni religiose si accostano i festeggiamenti civili.
Festa patronale di San Teodoro, 9 novembre
Come da tradizione, si tiene il caratteristico pranzo detto "la bancata", a base di tipiche specialità galluresi offerte a tutti i presenti.

Le principali spiagge di San Teodoro
Isuledda, Cala d'Ambra, La Cinta, Punta Aldia (in gallurese "Punta di l' 'Aldia", cioè punta della guardia), Lu Impostu, Cala Brandinchi, Salina Bamba, Baia Salinedda, Cala Suaraccia, Cala Ginepro. San Teodoro rappresenta oggi una delle realtà turistiche tra le più note e frequentate dell’Isola, favorito dalle bellezze ambientali ma anche grazie al clima, mite anche nei mesi invernali e mai troppo caldo durante l'estate, ciò grazie alle brezze che mitigano la temperatura. La cittadina dispone di strutture commerciali, e ricettive molto ben attrezzate e di servizi efficienti e razionali in grado di rispondere alle richieste di un turismo sempre più esigente. Tra breve sarà disponibile il porto turistico-peschereccio, in costruzione in località Niulòni.

Itinerario
lungo la costa tra il bianco delle spiagge, il turchese del mare e il verde della macchia mediterranea.

San Teodoro come molte famose località turistiche della Sardegna è circondato da spiagge (se ne contano ben 18 tra grandi e piccole) che si possono raggiungere anche in bicicletta. Il tratto a nord consente di scoprire una serie di magnifiche spiagge, a partire da quella di La Cinta, appena fuori dell’abitato seguendo via del Tirreno e via Gramsci. La spiaggia, grande, bellissima e di sabbia bianca, è separata da dune dal vicino stagno di San Teodoro. Seguendo il litorale, a 10 km da San Teodoro, poco dopo la frazione di Lu Fraili, si raggiunge la spiaggia di Lu Impostu. Proseguendo e prendendo il bivio per Coda Cavallo, si arriva a una verdeggiante pineta che precede Cala Brandinchi e la sua spiaggia con colori veramente mutevoli, da incanto. Ritornati sulla statale si prosegue fino a Montipitrosu da dove si possono raggiungere ben tre spiagge: Cala Girgolu o Ghjlgolu, dove il mare forma quasi delle piscine, Cala Ginepro, splendida e incontaminata, e Punta Molara, con vista sulle isole.



Tratto dall'opuscolo
Nature at Work - Working in Nature
L'area naturale marina protetta "Tavolara - Punta Coda Cavallo", istituita il 12 dicembre 1997 con decreto del Ministero dell'Ambiente, è tra i siti più interessanti del Mediterraneo.
Alla straordinaria bellezza dei luogi, agli aspetti geomorfologici, biologici e ambientali del territorio, si sommano quelli non meno importanti a carattere storico e culturale, che creano in questo angolo di Sardegna, un felice connubio di natura e cultura.
Nell'area alcune attività possono essere limitate o non consentite per poter perseguire le finalità di protezione ambientale, di tutela e valorizzazione delle suddette risorse.
Conoscere e rispettare queste poche regole aiuterà a conservare ed a fruire nel modo migliore questo eccezionale patrimonio naturalistico.

San Teodoro fenicotteri rosa nella laguna
Il Territorio di San Teodoro
Il territorio di San Teodoro occupa l’estrema parte della Gallura sud-orientale, quella che storicamente veniva definita Gallura d’Oviddè dal nome della località che nel Medioevo fu, forse, sede della curatoria del Giudicato di Gallura. Distante 28 chilometri da Olbia, e perciò favorito dalla vicinanza del porto per i traghetti e dell’aeroporto, San Teodoro è preannunciato dal suo stagno, ideale per l’osservazione di una ricca avifauna che da sola giustifica un viaggio. Entrando nel paese si avverte la forte propensione della località per il turismo, diventato l’attività prevalente al posto dell’economia legata alla terra e alla pesca che si era mantenuta viva fino agli anni Settanta del Novecento. L’abitato solo in alcuni punti ha conservato case a tipologia tradizionale. Dall’antico nucleo, raccolto attorno a piazza Gallura, punto di passaggio e passeggio obbligato per le sue botteghe artigianali, gli insediamenti residenziali si sono sviluppati in direzione del mare che costituisce la maggiore attrattiva di San Teodoro, ma non certo l’unica. Infatti a sudovest c’è il Monte Nieddu, una montagna selvaggia incisa da valli profonde e solitarie dove le acque hanno scavato il granito creando piccoli laghi e pittoresche cascate dando vita ad ambienti di rara bellezza.


Le Meravigliose Spiagge di San Teodoro
San Teodoro Capo Coda Cavallo come arrivare informazioni turistiche
Parco Marino
La zona di San Teodoro, parte integrante del Parco Marino di Tavolara Punta Coda Cavallo (uno dei siti di maggiore importanza nel Mediterraneo), vanta alcune tra le più belle spiagge della Sardegna, caratterizzate da sabbia finissima, oltre che dalle straordinarie scogliere granitiche dalle forme più bizzarre e sorprendenti. Le spiagge si estendono lungo il territorio teodorino su 37 chilometri di costa e sono facilmente raggiungibili. E' un Sito di Interesse Comunitario (S.I.C.) per i suoi valori naturalistici e paesaggistici e la ricchezza di varia avifauna, tra cui una folta colonia di fenicotteri rosa, aironi cenerini e cormorani. Il primo sentiero che la rende visitabile parte in prossimità della spiaggia La Cinta e si separa dal mare attraverso lunghe dune con mirti, rosmarini, ginepri, lentischi e cisti Le bellezze naturali di San Teodoro sono rimaste immutate grazie anche all'istituzione dell'Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo. Il parco si estende da Capo Ceraso fino a Punta Isuledda. La sua istituzione ha contribuito al mantenimento invariato dell'eccezionale patrimonio naturalistico.

Tavolara Punta Coda Cavallo
L'area marina di Tavolara si estende nella parte nord orientale della Sardegna, da Capo Ceraso a Punta l'Isuledda. Comprende le isole di Tavolara e Molara, lo scoglio del Molarotto e i territori costieri da Capo Cesareo a Capo Coda Cavallo. Tavolara è un parallelepipedo calcareo alto oltre 560 metri, dove l'ecosistema si è conservato intatto grazie alla difficoltà di approdo che nei secoli l'hanno preservato dagli interventi dell'uomo.
Qui si trovano specie botaniche uniche come l'Erodium coricum, una varietà di geranio, e l'Asperula deficiens, una pianta endemica. Per ammirare il suggestivo paesaggio si deve raggiungere Punta Cannone. Molara è facilmente accessibile dalle imbarcazioni. E' ricoperta da una folta vegetazione irrorata dalle falde acquifere che sfociano in numerose sorgenti.
Lo scoglio del Molarotto si contraddistingue per il gran numero di uccelli che lo abitano, come il marangone dal ciuffo e il gabbiano reale. Alla base del Monte Pedrosu si estende una spiaggia colorata dal rosa del granito delle scogliere, dove si trova la Roccia della Tartaruga, che prende il nome dalla forma di testuggine. Le acque della riserva possono essere esplorate con immersioni guidate come a Teddja Liscia, a sud di Tavolara, dove si possono ammirare astree, stelle rosse, cernie, gorgonie gialle. Fra le spiagge è da segnalare quella de La Cinta, lunga circa 5 chilometri: ricoperta di sabbia bianchissima e pervasa dai profumi della macchia mediterranea è considerata un angolo di paradiso unico al mondo.
Come arrivare
L'isola di Tavolara è raggiungibile via mare partendo da Porto San Paolo. Nel periodo estivo ci si arriva anche con imbarcazioni private da Olbia e Golfo Aranci. Nell'area marina protetta si organizzano settimane di educazione ambientale per le scuole, concorsi fotografici, visite guidate.

Contatti
Consorzio di gestione area marina protetta di Tavolara e Punta Coda Cavallo
tel.+39 0789 203013
www.amptavolara.it
info@amptavolara.it

Area marina protetta di Tavolara-Punta Coda Cavallo
Situata lungo le coste nord-orientali della Sardegna, non lontano in linea d’aria dalla famosa Costa Smeralda, l’area marina protetta di Tavolara-Punta Coda Cavallo ricade oltre che nel comune di San Teodoro anche in quelli di Olbia e Loiri Porto San Paolo. Con un’estensione a mare di più di 15.000 ettari, è limitata da Capo Ceraso a nord e Punta l’Isuledda a sud, e comprende le isole principali di Tavolara, Molara e Molarotto, numerosi isolotti minori e un arcipelago di piccoli scogli selvaggi disseminati in tutta l’area, sia verso il mare aperto, sia prospicienti la costa. Nonostante il mare costituisca l’elemento di maggior richiamo dell’area, la parte emersa del territorio protetto ne costituisce il naturale complemento. Sulle scogliere di Tavolara, per esempio, sono state censite oltre 460 specie diverse di piante, fra le quali ben 34 endemiche, come i fiordalisi Centaurea filiformis e Centaurea horrida e l’esclusiva Asperula deficiens. In inverno e in primavera, Tavolara diventa la meta di molte specie di uccelli che si riuniscono in colonie per riprodursi. Sott’acqua, poi, si aprono panorami mozzafiato. Siti come la Secca del Papa a Tavolara, tappezzata di gorgonie bicolori rosse e gialle, la Secca di Punta Arresto o la secca a nord di Molarotto con i suoi barracuda sono ormai entrati nella storia dell’immersione.
San Teodoro Capo Coda Cavallo come arrivare alle spiagge
Marina di Puntaldia


Informazioni e servizi

Numero posti barca: 400
Lunghezza max scafo: 24 m
Molo di transito + posti barca: 32
Altezza fondali: 2,5-5 m
Canale di contatto al porto: 09 vhf
Carburante: SÌ

Fontanella/manicotto: in banchina
Energia elettrica: banchina + porto
Gru e/o travel lift: SÌ
Portata max gru e/o travel lift: 15 t

Servizi igienici: SI + doccia
Servizio antincendio: SÌ
Riparazioni motori: SÌ
Riparazioni elettriche: SÌ
Riparazioni elettroniche: SÌ

Riparazione scafi: SÌ
Riparazioni vele: SÌ
Alimentari + stagionalità: nel porto

Ritiro rifiuti: SÌ

Accesso al porto: dalle 8.00 alle 21.00

Il Porto turistico di Puntaldia

Il porto si trova a circa 2,5M a sud del Capo Coda Cavallo nei pressi di Punta Sabbadino, in corrispondenza dell’ampia insenatura di Cala Brandinchi. Il porto è formato da una darsena con pontili. Il molo A, a sinistra entrando, è riservato in genere alle imbarcazioni in transito per 39 posti; tutti i moli e le banchine sono gestiti dalla direzione della Marina.

COORDINATE: 40°48’,80 N 09°41’,50 E
PERICOLI: circa 1M per 065° dall’imboccatura del porto si trova lo scoglio testa di Moro che si eleva per circa 1 m sopra il livello del mare. Per evitarlo è consigliabile passare a sud dell’isola Rossa, così chiamata
per il colore delle sue rocce. A 0,1M per 085° dal porto prestare attenzione al bassofondo di 1,5 m.
ACCESSO: senza limitazioni di orario. Velocità di entrata non superiore a 3 nodi.
FARI E FANALI: 1228.2 (E 1028.7) - fanale a lampi verdi, 3s, 5M sullo scoglio a dritta entrando; 1228.3 - fanale a lampi rossi, 3s, 5M sul molo a sinistra entrando; 1228.4 - fanale a luce fissa verde, 2 vert., 3s, 2M sul molo interno di sottoflutto. (N.B. consultare l’Elenco fari e segnali da nebbia per aggiornamenti e variazioni.)
FONDO MARINO: roccioso.
VENTI: maestrale e scirocco.
UFFICIO MARITTIMO: Capitaneria di Porto di
Olbia, via Isola Bianca - 07026 Olbia (Gallura),
Tel. 0789.21243 - Fax 0789.27737
olbia@guardiacostiera.it
orario: lun.-ven. 9-12.30.
GESTORE: Marina di Puntaldia,
Loc. Puntaldia, 1
08020 San Teodoro (Gallura)
Tel. 0784.864589/864590
Fax 0784.864594
DIVIETI: divieto di ancoraggio in porto.
San Teodoro  dolci tipici enogastronomia in Gallura.

San Teodoro
La Gallura è il regno di pesci e di formaggi

Si lasciano gli antichi granai romani, le valli di Siniscola,Torpè e Posada, e si entra nella Gallura che una volta si chiamava d’Oviddè, che comincia da Budoni e risale la costa settentrionale. Una distesa di storia e microstorie, dai confini molto precisi. Le rotte marinare anche qui sono state tracciate dai pescatori ponzesi che, alla fine dell’800, si stabilirono sull’isola di Tavolara, che oggi fa parte della vasta area marina protetta di Capo Coda Cavallo che si prolunga fino alla spiaggia dell’Isuledda: sbarcavano a piedi scalzi con le ceste colme di pesce sulla testa, passavano tra i cardi con indifferenza e portavano aragoste e granceole negli stazzi delle famiglie benestanti. Ottenevano farina, agrumi, formaggio e ripartivano. Hanno lasciato fondamenti di cultura gastronomica. In casa si è cominciato così a preparare la zuppa di pesce, di capponi e scorfani, donzelle e gronchi, grossi murici e cozze, serraine, verdoni, boghe, con pomodori e peperoncino. La frittura? Ovviamente con l’olio di lentisco, che qualcuno usa ancora per friggere la Bultigghjata, ovvero gli anemoni di mare passati nella semola. L’anguilla si andava a pescare durante i temporali, con i lombrichi, mentre nelle secche marine si catturano tuttora seppie, ricci e patelle. Nei menu di oggi si ritrovano: il polpo c’è chi lo cuoce nella “sua” acqua, e lo unisce poi a patate fritte nell’olio extra vergine d’oliva. Ma torniamo agli stazzi, caratteristiche aziende a conduzione familiare che hanno segnato (prima dell’affermarsi dell’industria delle vacanze) l’economia in modo esclusivo, tra orti, pascoli, vigne, campi seminati a grano, lontano dai centri più grandi. Si coltivava di tutto, ed è una dimensione che resiste: in primavera, ad esempio, oltre ai cavoli ed alla lattuga, si raccolgono piselli e fave che si fanno essiccare per l’inverno. Le favette crude sono preda dei bambini. Senza sbucciarle, anche qui come ad Orosei, finiscono in padella: si lessano in abbondante acqua salata i baccelli interi più teneri e, in padella, si saltano con burro, pancetta tagliata sottile, foglie d’aglio fresco, menta ed un po’ di panna. Le fave si preparano anche con s’Ozzu Casu, l’olio di formaggio, e sono davvero squisite. Il capretto (più capre che pecore, nei dintorni) si fa con i carciofi o arrosto. E poi c’è il Figaretto, un delicatissimo antipasto, con la coratella di capretto, agnello e maialetto tagliata a listarelle sottili, soffritte (il fegato si aggiunge per ultimo) con un pesto di porri, aglio fresco, prezzemolo, peperoncino, foglioline di salvia e rosmarino selvatico. Il profumo delle erbe è un invito a percorrere i sentieri in zone aspre e selvagge alle spalle della costa. Si va in mountain bike, in fuoristrada, passando per Buttidogliu, verso il Monte Nieddu, zona di “scoddi”, spuntoni di roccia, e torrentelli che scorrono sulle “lascine”, le pietre lisce che riflettono il sole. Dalla vedetta della Guardia Forestale, lo sguardo si perde sul golfo di Orosei e Budoni, Agrustos; e l’Isuledda, poi l’ampio abitato di San Teodoro; e si distinguono La Cinta, Punta Aldia, la spiaggia de Lu Impostu, Cala Brandinchi, le isole di Molara e Molarotto, fino a Tavolara.Territorio di funghi di cisto (“Lu Mucchiu”) e di corbezzolo; macchie di tassi e ginepri, abitati da cinghiali, pernici, volpi, donnole, lepre sarda e germani reali. Per i chi ama la selvaggina, un paradiso. Ma la sfida ulteriore è il trekking con le sue variabili turistiche. Seguire il camminamento, la “Semita”, fino alle cascate di Pittriolu con un laghetto invitante, vicino a una vecchia carrettiera per Padru, significa immergersi in una dimensione che attira sempre più esploratori e viaggiatori non convenzionali. Paesaggi di montagna, dai quali si rientra con il desiderio di cose buone.
Come la tipica, speciale MazzaVrissa, che si fa con la farina di grano duro e Lu Piciu, la panna fresca: è il piatto di allevatori e agricoltori, semplicissimo. Per ottenere Lu Piciu, la sera si mette il latte in un largo contenitore. Il mattino seguente si raccoglie lo strato denso (grasso) che si forma sulla superficie, e si versa in padella con un pizzico di sale. Si fa cuocere spruzzando ogni tanto un po’ di farina, e mescolando con il cucchiaio di legno, aggiungendo un po’ d’acqua. Quando raggiunge la consistenza di una frittata, è pronta: si aggiunge il miele. Calda, buonissima, si prepara anche con il formaggio fresco, Casu Furriatu.



Un bel po’ di calorie le fornisce anche il Coccu de Jelda, il pane schiacciato che si prepara con i pezzi piccoli di lardo (Jelda), i ciccioli, ottenuti quando si squaglia il lardo per ottenere lo strutto. Il piatto più tipico è la Suppa Gaddhuresa, lo sformato di pane rappreso, con strati di formaggio, erbe e brodo di pecora. Si va sul mare, ad ammirare migliaia di fenicotteri nello stagno di San Teodoro, quaranta diversi tipi di uccelli tra i quali il Falco pescatore; o per annusare il profumo di un’erba protetta, la “Buredda”, che cresce intorno alla peschiera: le ostriche fanno compagnia ai muggini (si produce la bottarga); alle orate ed alle arselle, ai gamberetti ed alle sogliole; alle mormore ed alle spigole. Qui l’ittiturismo si replica come un’occasione, riuscita, di diversificazione dell’offerta di ospitalità per chi è in vacanza, senza dimenticare vecchie ricette dai sapori particolari, come quella del muggine fatto bollire con aglio, prezzemolo, cipolla e pomodoro. Nel brodo si immerge il pane raffermo e, per il gourmet, anche questa è felicità.

San Teodoro dolci tradizionali.
Escursioni via Mare in Gallura
Il diving si trova in quel bellissimo tratto di costa nord-orientale della Sardegna denominato Capo Coda Cavallo, una ventina di chilometri a sud di Olbia. Un promontorio granitico ricoperto da una rigogliosa macchia mediterranea, che si protende verso il mare creando numerose calette e spiagge dalla finissima sabbia chiara. Il locale è composto da una zona ricezione, un’aula didattica con aria condizionata, fornita di strumenti audiovisivi, uno spogliatoio, servizi con doccia calda, una doccia esterna, un’area esterna per il risciacquo dell’attrezzatura, una zona interna per il deposito dell’attrezzatura con un bancone dove effettuare piccoli interventi di manutenzione e 2 compressori Bauer silenziati per la ricarica aria e nitrox.



PERCHE' IMMERGERSI CON BLU INFINITO? Per la profonda conoscenza che abbiamo di questi fondali, per la professionalità e i migliori strumenti didattici che mettiamo a vostra disposizione e perchè vogliamo farvi passare momenti indimenticabili.



BLU INFINITO Diving Center
Loc. Salina Bamba - Capo Coda Cavallo
Villaggio Porto Coda Cavallo
08020 San Teodoro (OT)
Il Museo delle Civiltà del Mare nasce da un’idea dell’ICIMAR – Istituto delle Civiltà del Mare, fondato in San Teodoro nel luglio del 1989, il quale, desideroso di raccogliere memorie del passato e reperti archeologici del territorio, lo inserì tra i suoi programmi prioritari, avviando, a tal fine,  gli  studi preliminari e predisponendo le relative pratiche col ministero competente e con la Soprintendenza Archeologica per le province di Sassari e Nuoro.

Museo della Civiltà del Mare
Informazioni
Località  Niuloni, San Teodoro
Telefono: 0784 866180
Ente titolare: I.CI.MAR. – Istituto delle Civiltà del Mare



Come prenotare una visita al Museo?
Tramite i seguenti contatti: +39 0784 866180 – segreteria@icimar.it
Per prenotare visite di gruppo o aperture festive chiamare: +39 347 7256278, il Museo segue i seguenti orari: lunedi, mercoledi, venerdi dalle 9 alle 13 e il martedi e giovedi dalle 15 alle 19.

Costi biglietto:
Sezione archeologica – ingresso gratuito
Seziona naturalistica e malacologica – € 2,00.


Il museo
L'esposizione, provvisoria, presenta reperti rinvenuti nell'area del centro abitato di San Teodoro, nelle sue acque e in quelle più vicine, interessate nell'antichità da intensi movimenti di traffico commerciale. È anche presente un tesoretto monetale di epoca punica, di ignota provenienza. Il più antico reperto è un'anfora greco-italica, da porre in relazione con la città punica di Olbia, maggior porto della Sardegna settentrionale a partire dal 350 a.C. Le altre anfore mostrano l'evoluzione di questo contenitore fino alla forma classica vinaria italica, testimoniando la continuità e l'intensificarsi dei traffici. Oltre al vino, le navi romane trasportavano altri beni: tra questi la ceramica a vernice nera di produzione centro italica e campana, diffusa, per il basso costo, in tutti i centri del Mediterraneo, specialmente occidentale. Nel I sec. d.C. i traffici sono prevalentemente diretti verso Roma e l'Italia centrale tirrenica. Come in età repubblicana dai porti sardi, tra cui Olbia, partono i cereali per l'approvvigionamento di Roma e degli eserciti, mentre si importa dalla Penisola vino di buona qualità per le mense degli italici stabilitisi nell'isola e dei ceti abbienti. Transitò in questo periodo, per queste acque, un relitto che trasportava, fra l'altro, ceramiche fini da mensa (sigillate italiche) prodotte in Toscana e che recava a bordo un crogiuolo per la galena. In età medioimperiale per le acque di San Teodoro transitarono imbarcazioni che trasportavano vino dal sud della Gallia e dall'Egeo, e olio e salsa di pesce dal nord Africa. Le anfore erano accompagnate da prodotti africani, come le ceramiche da cucina e le ceramiche fini da mensa (sigillata chiara). Dall'Itinerario Antoniniano (212-217 d.C.) si apprende dell'esistenza, presso l'attuale San Teodoro, di Coclearia, stazione della strada romana Olbia-Cagliari e scalo marittimo. Risale al III-IV sec.d.C. un relitto di nave con giacimento sparso di ceramiche, vetri e metalli, rinvenuto nei fondali di Baia Salinedda. Il centro sopravvisse alla fine del mondo antico, raccogliendosi intorno a un edificio dedicato al culto di San Teodoro, come testimoniano i resti di un'area cimiteriale bizantina. Nel medioevo il centro, situato nel Giudicato di Gallura, assunse probabilmente il nome di Villa de Offolle, da cui l'attuale denominazione di San Teodoro di Oviddè. Mercanti e pirati arabi forse disposero basi temporanee nell'area tra Capo Coda Cavallo e l'isola di Molara. È importante perché il percorso contiene in sé la storia del piccolo centro costiero attraverso i reperti e la ricostruzione storica a partire dal 350 a.C. sino al medioevo. Il più antico reperto esposto è un'anfora greco-italica.
Servizi Biblioteca adiacente.

Punta Molara spiaggia di San Teodoro come arrivare
Punta Molara
Punta Molara si trova nella località Monte Petrosu, nel comune di San Teodoro. L'arenile è costituito da piccoli tratti sabbiosi alternati a scogliera. Di fronte all'Isola Molara, la piccola caletta sabbiosa si apre ad un panorama di grande bellezza. È di notevole interesse naturalistico la visita ai Giardini della macchia mediterranea, un giardino didattico su 50 ettari di terreno, che accoglie una grande quantità di specie botaniche endemiche.
Come arrivare Si arriva, dalla SS 125 nella direzione di Siniscola, nella località Monte Petrosu. Si svolta a sinistra per Punta Molara e ancora a sinistra. Partendo dal villaggio, si percorre uno sterrato di qualche centinaio di metri. La bellezza del fondale, ricco di pesci, attira gli appassionati di immersioni subacquee e di snorkeling.
Cala Brandinchi San Teodoro spiaggia come arrivare
Cala Brandinchi
Cala Brandinchi si trova nella località di Capo Coda Cavallo, nel comune di San Teodoro. La spiaggia ha un fondo di sabbia chiara molto fine, dai riflessi brillanti, ed è circondata da una pineta e da dune. La spiaggia ospita anche un piccolo molo, adatto alle imbarcazioni da diporto di piccole dimensioni. Proprio da questa spiaggia il 17 ottobre del 1867, dopo una fortunosa fuga da Caprera, Giuseppe Garibaldi si imbarcò sulla “San Francesco” per raggiungere Piombino e tentare di liberare Roma. In quell’occasione l’Eroe dei due Mondi ricevette un prezioso aiuto da parte delle genti di Gallura.
Come arrivare Uscire da Olbia sulla Strada Statale 125 in direzione Siniscola e percorrere 19,3 km; a questo punto girare a sinistra per Capo Coda Cavallo, proseguire per 900 m e svoltare a destra in una strada bianca, che prosegue per 1,3 km sino ad arrivare alla spiaggia di Brandinchi. Cala Brandinchi è caratterizzata da un basso fondale che rende sicuro il gioco dei bambini. La spiaggia è ricca di servizi: è accessibile ai diversamente abili, è dotata di ampio parcheggio adatto anche ai camper, hotel, campeggio, bar, punti di ristoro e locali in genere. È possibile noleggiare ombrelloni, sedie a sdraio, pattino e natanti.

Isuledda si trova nella Punta Isuledda nel comune di San Teodoro come arrivare
Isuledda
Isuledda si trova nella Punta Isuledda, nel comune di San Teodoro. L'arenile è costituito da un fondo di sabbia chiara molto fine, dai riflessi brillanti. Aperta alla vista dell'imponente Isola di Tavolara, delle coste di Capo Coda Cavallo e di Puntaldìa, Isuledda è una spiaggia spettacolare, con un mare azzurrissimo e fitti cespugli profumati che circondano l'arenile. Il territorio circostante ospita lo stagno alimentato dal Rio Lu Chissaggiu, asciutto nei mesi estivi, e un'immensa distesa di olivi e frutteti, all'interno di appezzamenti delimitati da muretti a secco.
Come arrivare Si arriva da San Teodoro, seguendo la strada provinciale nella direzione di Ottiolu. Si gira a sinistra verso il villaggio Isuledda e si percorre una strada sterrata fino al parcheggio dietro la spiaggia. È raggiungibile anche dal centro abitato di San Teodoro, percorrendo il viale Cala d'Ambra fino alla fine, prima di prendere la strada a destra. Adatta ai Bambini Caratterizzata da un basso fondale, è una spiaggia molto agevole per la balneazione e il gioco dei bambini. I servizi offerti sono costituiti da un ampio parcheggio e diversi punti di ristoro. È possibile noleggiarvi ombrelloni, sedie a sdraio, patini e natanti. È frequentata da coloro che praticano sport come windsurf.
 

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